Previdenza

Al 30% dei pensionati con bonus nel cedolino anche la 14esima

di Marco Rogari

Un maxi-cedolino con pensione, “quattordicesima” e bonus da 200 euro. È quello che si vedrà arrivare il 1° luglio circa il 30% della platea di 13,7 milioni di pensionati ai quali sarà garantita in forma automatica l’una tantum prevista dal decreto Aiuti.

La «somma aggiuntiva annuale», conosciuta appunto come 14esima dei pensionati, viene in un’unica soluzione a chi ha almeno 64 anni e un reddito personale annuo inferiore ai 13.659,88 euro. E varia a seconda degli anni di versamento effettuati (con parametri diversi per lavoratori dipendenti e autonomi), da 437 a 655 euro per i titolari di pensione con un reddito individuale inferiore a 1,5 volte l'importo dell’assegno minimo (525,38 euro), che su base annua equivale a 10.244,91 euro lordi. Per i pensionati con un reddito individuale compreso tra una volta e mezzo e due volte il “trattamento minimo”, quindi sotto i 13.659,88 euro lordi l’anno, l’importo della 14esima oscilla, anche in rapporto agli anni di contribuzione maturata, tra i 336 e i 504 euro.

La platea interessata dovrebbe avvicinarsi ai 4 milioni, pari a poco meno di un terzo del bacino di 13,7 milioni di pensionati con un reddito annuale lordo non superiore ai 35 mila euro che dovrebbero essere destinatari del bonus deciso dal governo per un costo di più di 2,7 miliardi sul solo fronte previdenziale. Non sarà necessario presentare domanda per ricevere l’una tantum da 200 euro: spetterà all’Inps, o comunque all’ente previdenziale erogatore, il compito di effettuare le necessarie verifiche.

A usufruire del bonus saranno i titolari di uno o più trattamenti previdenziali, di assegni sociali, di trattamenti per invalidi civili, ciechi e sordomuti, e di quelli di accompagnamento alla pensione residenti in Italia e sotto il tetto dei 35mila euro: per il calcolo sarà preso in considerazione qualsiasi tipo di reddito. Con alcune “esclusioni”. A cominciare dalla casa di abitazione, dai trattamenti di fine rapporto dei lavoratori, e dall'assegno unico e dagli assegni familiari.

Tra le voci che non concorreranno a far lievitare il reddito considerato ci sono anche gli assegni di guerra e l'indennizzo ai soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, l'indennità di accompagnamento, l'assegno mensile per l'assistenza personale e continuativa ai pensionati per inabilità, l'indennità prevista per i ciechi parziali e quella di comunicazione per i sordi prelinguali.

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