Previdenza

Nuovi contributi sugli ammortizzatori senza istruzioni operative

di M.Pri.

Il ritardo nella pubblicazione delle istruzioni per l’applicazione delle aliquote contributive correlate agli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto sta creando difficoltà a imprese e intermediari. E più passano i giorni, più la regolarizzazione delle posizioni rischia di diventare complicata. A evidenziare il problema è stato l’Ordine dei consulenti del lavoro, tramite una lettera del 24 maggio ma diffusa solo ieri, a firma della presidente Marina Calderone e indirizzata al direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi.

L’articolo 1, commi 191-220, della legge di Bilancio 2022 ha ampliato il raggio di intervento della Cigs, della Cigo e del Fis e variato, in alcuni casi, le aliquote contributive, a carico del datore di lavoro e del dipendente, dovute a fronte del ricorso all’integrazione salariale. Tali novità sono state recepite dall’Inps con il messaggio 637/2022 del 9 febbraio, che però, al contempo, ha rinviato l’applicazione delle nuove regole a una successiva circolare che finora non è stata pubblicata. Di conseguenza da inizio 2022 i datori di lavoro hanno proseguito con le regole preesistenti.

Questa situazione, evidenziano i consulenti, determina delle criticità in particolare nella gestione dei lavoratori che si sono dimessi da gennaio in poi o lo faranno prossimamente, ma comunque prima della divulgazione delle istruzioni mancanti. I datori di lavoro, infatti, non possono fare altro che applicare le regole precedenti che prevedono per taluni lavoratori nessun contributo a loro carico o aliquote differenti dalle nuove. Una volta concluso il rapporto di lavoro «si verificherà l’impossibilità oggettiva ad effettuare rivalsa nei termini di legge» nei confronti degli ex dipendenti e se «si considerasse necessario obbligare il datore di lavoro a inseguire le suddette somme presso i vari lavoratori/debitori nel frattempo cessati, si manifesterebbe una palese eccessiva onerosità dell’azione di recupero». D’altro canto il datore potrebbe dover versare la quota del dipendente.

Sussiste inoltre un ulteriore problema con i lavoratori cessati prima del 22 marzo, data di pubblicazione delle istruzioni per la gestione dello sconto dello 0,8% sui contributi previdenziali a loro carico. Sconto che non è stato applicato, ma che apre ora le porte all’una tantum da 200 euro da riconoscere a luglio.

La gestione di queste due situazioni, secondo i consulenti, deve essere effettuata dall’Inps senza chiamare in causa aziende e intermediari.

Quanto all’applicazione delle nuove aliquote contributive per gli ammortizzatori riferite a lavoratori non cessati, i consulenti ritengono necessario prevedere appositi codici arretrato, evitando di dover inviare di nuovo i modelli uniemens già trasmessi.

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