Previdenza

Giornalisti nell’Inps assimilati agli impiegati

di Antonino Cannioto e Giuseppe Maccarone

Arriva la circolare (82/2022) relativa al trasferimento dei giornalisti dall’Inpgi all’Inps, decorrente dal 1° luglio scorso.

L’operazione coinvolge molti ambiti operativi in quanto il nuovo assetto costringe a rivedere alcune aliquote contributive. In realtà, il trasferimento voluto dalle legge di bilancio 2022 non si completa; vi sono alcuni aspetti per i quali la stessa norma prevede un periodo transitorio che durerà 18 mesi. Infatti, per quel che concerne i contributi per la disoccupazione e per gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, la legge dispone il loro congelamento sino alla fine del prossimo anno. Ne deriva che, dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023, i contributi verranno versati all’Inps nella medesima misura sinora prevista per l’Inpgi.

Dalla lettura del documento appare evidente che per determinare l’ammontare delle contribuzioni “minori” (sinora dovute all’Inps), a partire dal 1° luglio 2022 si deve fare riferimento al settore di operatività dell’azienda così come risultante dall’inquadramento disposto dall’Inps e dalla qualifica del lavoratore. In tal senso va tenuto conto del fatto che per l’Istituto i soggetti interessati al trasferimento (giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica) sono assimilati alla categoria/qualifica di impiegati.

La distinzione è rilevante, per esempio, per individuare l’aliquota dovuta per la tutela economica della malattia visto che nel settore industriale la stessa non opera, mentre trova applicazione nel settore del commercio/terziario ed è finanziata con il versamento del 2,44% della retribuzione imponibile.

Per la maternità, invece, va fatto un discorso più ampio. Quest’ultima era dovuta all’Inps nella misura dello 0,65% ma totalmente azzerata in quanto abbattuta da alcun esoneri che potevano essere applicati al contributo maternità per via dell’assenza della contribuzione per la Cuaf (Cassa unica assegni familiari), che invece veniva versata all’Inpgi.

Ora, a seguito del nuovo assetto, il contributo Cuaf (2,48%) spetta all’Inps e lo stesso può essere diminuito degli esoneri applicabili (1%+0,8%) con un residuo pari allo 0,68 per certo. Conseguentemente, il contributo di maternità – finora pari a zero – deve essere valorizzato, interamente, nella misura prevista per il settore di appartenenza dell’impresa. Dal punto di vista operativo, le aziende in possesso di una matricola Inps già utilizzata per gli altri lavoratori, potranno usarla anche per giornalisti; contrariamente, si dovrà chiedere l’attribuzione di una nuova posizione che valga già per il mese di luglio.

I lavoratori confluiranno nell’Uniemens, con una nuova codifica appositamente prevista dalla circolare in rassegna.

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