Previdenza

Cumulo collaborazioni-pensioni nella sanità fino al 2023 causa Covid-19

di Fabio Venanzi

Prorogato al 31 dicembre 2023 il cumulo dei redditi derivanti dagli incarichi conferiti ai pensionati, a fronte dell'emergenza sanitaria da Covid-19. Con il messaggio 3287/2022 di ieri, l'Inps recepisce le disposizioni contenute nella legge 122/2022 (di conversione del Dl 73/2022).

Verificata l’impossibilità di assumere personale, l'articolo 2-bis, comma 5, del Dl 18/2020 aveva previsto la possibilità di conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, al fine di far fronte alle esigenze straordinarie e urgenti derivanti dalla diffusione del Covid-19 e di garantire i livelli essenziali di assistenza, da parte delle Regioni e delle Province autonome, a dirigenti medici, veterinari e sanitari, nonché al personale del ruolo sanitario del comparto sanità, collocati in quiescenza, anche ove non iscritti al competente albo professionale in conseguenza del collocamento a riposo, nonché agli operatori socio-sanitari in quiescenza.

Il termine inizialmente previsto era fissato al 31 luglio 2020.Con diversi interventi normativi, tra cui il dl 24/2022, il legislatore ha posticipato tale termine al 31 dicembre 2022. Tuttavia, con l'articolo 36, comma 4-bis, del Dl 73/2022, il termine è stato ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre 2023.

Pertanto, per gli incarichi di cui sopra, non scatta il divieto di cumulo previsto per le persone che hanno avuto accesso a pensione “quota 100” e “quota 102”.I pensionati, titolari degli incarichi in argomento, avranno cura, altresì, di comunicare all'Inps l'entità delle somme percepite, tramite il modello AP139, come precisato nel messaggio 54/2020.

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