Adempimenti

Consulenti del lavoro, quarto mandato per Marina Calderone

di Mauro Pizzin

«Aprire un nuovo ciclo nella storia della professione, sempre più aderente ai cambiamenti epocali che la società sta attraversando e con la stessa unità d'intenti condivisa finora per affrontare nuove e importanti sfide future».

Assieme alla valorizzazione dei giovani professionisti – che «dovranno sempre più sviluppare logiche di rete e societarie» – sarà questa, per Marina Calderone, la priorità dei consulenti del lavoro nei prossimi anni.

Riconfermata ieri a Roma alla presidenza del Consiglio nazionale per il triennio 2014-17, Calderone (che è anche al vertice del Cup, il Comitato unitario professioni) traccia anzitutto un breve bilancio dei tre mandati precedenti. «Se mi guardo indietro – spiega – posso dire che in nove anni la categoria ha cambiato volto sia per quanto concerne la percezione esterna del nostro ruolo, sia per la dimensione dell'impegno della categoria come strumento di promozione del lavoro in italia in un momento tutt'altro che favorevole».

I consulenti assistono oggi 1.250.000 aziende con dipendenti (erano 1 milione nove anni fa), oltre a numerosissime reatà senza personale. «Si tratta di numeri che non si prestano soltanto a una lettura di tipo statistico – evidenzia Calderone – ma che rappresentano anche un evoluzione del nostro ruolo, un tempo solo gestionale e limitato all'amministrazione del personale, poi passato alla consulenza strategica volta alla valorizzazione del capitale umano dell'impresa».

Un tema, quest'ultimo, molto caro alla numero uno del Consiglio nazionale, che punta anche ad un allargamento degli ambiti di competenza dei consulenti del lavoro per l'apertura di nuovo ciclo «che però non sia di discontinuità».

«Il nostro obiettivo – non ha dubbi Calderone – è di diventare sempre più quei professionisti di cui l'azienda ha bisogno anche per tutte le scelte strategiche legate alle nuove sfide legate ad un necessario ripensamento del nostro tessuto socio-economico a seguito dell'attuale crisi. In questo senso il consulente del lavoro sarà in futuro un professionista che si occuperà di valorizzazione del capitale di impresa con competenze sempre più elevate anche in area economica-fiscale».

Uno sforzo, quest'ultimo, suffragato dal Consiglio nazionale grazie alla previsioni di numerose iniziative a livello formativo. «Da un lato - traccia la linea Calderone – sarà necessario contrastare la concorrenza nella consulenza del lavoro, dall'altro bisognerà implementare l'assistenza agli iscritti anche in materia tributaria, affinché le ultime competenze acquisite diventino, assieme a quelle già riconosciute, patrimonio della categoria».

Un altro punto cardine per il futuro sarà, infine, quello del miglioramento della capacità di interlocuzione dei consulenti del lavoro con il mondo delle istituzioni, già molto accresciuta negli ultimi anni. «Si dovrà proseguire – conclude Calderone – nell'azione politica per tutelare e valorizzare le funzioni riconosciuteci dal legislatore in una pluralità di norme e interpretazioni».

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