Adempimenti

Conto più salato per i debiti Inps

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Sui debiti Inps la rata costa cara. Certamente più di quella che punta a recuperare Equitalia per conto delle Entrate. A parlare sono i numeri e in particolare quelli dei tassi di interesse applicati sulle rate dovute da chi dilaziona il proprio debito con l’Inps. Attualmente l’Istituto di previdenza applica un interesse di rateazione ai propri debitori pari al 6,05%, superiore a quello applicato dall’agenzia delle Entrate che si ferma a un interesse del 4, 5 per cento. E su questo differenziale Equitalia nulla può fare.

Come ha già spiegato lo stesso Ad dell’agente della riscossione, Benedetto Mineo, in audizione la scorsa settimana presso la commissione bicamerale sugli enti di previdenza, «gli interessi sono di competenza degli enti creditori ed Equitalia non percepisce alcun compenso per la complessa procedura di rateazione svolta, che oggi rappresenta sicuramente una delle attività più rilevanti gestita dall’agente della riscossione».

A fine 2014 risultavano attive circa 2,6 milioni di rateazioni, per un controvalore di 28,4 miliardi di euro. Di queste oltre 1,1 milioni di cartelle presentano anche crediti previdenziali, per un controvalore superiore agli 8 miliardi di euro. Con un trend comunque in crescita.

In termini di riscossione dei ruoli Inps, Equitalia al 31 dicembre scorso ha registrato un sensibile incremento, stimato dall’ad Mineo in oltre il 15 per cento. In sostanza si è passati da 1 miliardo e 737 milioni nel 2013 a 2 miliardi e 2 milioni di euro nel 2014. Per quanto riguarda, invece, i ruoli Inail si è passati dai 78,7 milioni di euro riscossi nel 2013 ai 92,5 milioni di euro recuperati nel 2014, con un incremento del 17,5%. Sempre sui ruoli Inps-Inail dal 2006 al 2013, ha aggiunto Mineo, «durante la gestione Equitalia, la media annua di riscossione si è assestata sui 2,2 miliardi di euro contro gli 840 milioni medi annui riscossi dal 2000 al 2005 dai concessionari privati».

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