Adempimenti

Lavoro, interpelli senza risposta

di Giuseppe Maccarone e Matteo Prioschi

Il diritto di interpello, con la riorganizzazione del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è rimasto temporaneamente orfano di ufficio competente e, per questo motivo, dall’inizio di quest’anno non è stata fornita più alcuna risposta ai quesiti formulati.

In passato, datori di lavoro, aziende e operatori del settore hanno potuto contare su questo strumento, utile per dissipare dubbi, confidando sui tempi brevi di riposta garantiti in oltre dieci anni di attività dalla Direzione generale per l’attività ispettiva a cui era stata attribuita espressamente la competenza in materia di interpello.

Ora che la possibilità di avere delle risposte vincolanti e importanti è venuta meno, se ne sente particolarmente la mancanza.

Gli effetti del Jobs act

La situazione attuale è conseguenza dell’attuazione di alcune disposizioni contenute nel Jobs act e che concretamente hanno determinato, con effetto dall’inizio del 2017:

l’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro, comunque vigilato dal ministero, verso cui sono stati trasferiti 5.756 dipendenti del dicastero;

la soppressione della Direzione generale per l’attività ispettiva (che si occupava degli interpelli);

la modifica dell’articolo 9 del decreto legislativo 124/2004 (istitutivo del diritto di interpello).

L’assetto futuro

Nel nuovo scenario si prevede che gli interpelli siano inoltrati, sempre in via esclusivamente telematica, al ministero del Lavoro che risulta essere il titolare del servizio. Questa scelta, fanno sapere dal ministero, è stata fatta perché si ritiene che l’istituto dell’interpello rientri più in una logica complessiva di “regolazione” dei rapporti di lavoro che di semplice “verifica” degli stessi, attività demandata all’Ispettorato.

In questo quadro complessivo, la gestione degli interpelli sarà affidata alla nuova Direzione generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali, che prenderà il posto dell’attuale Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro e delle relazioni industriali.

Tuttavia il processo organizzativo-normativo è ancora in corso e arriverà a definizione, non si sa bene quando, solo con l’emanazione di un decreto del presidente della Repubblica.

I provvedimenti tampone

Per cercare di ridurre i disagi nei confronti degli interlocutori, fanno sapere dal ministero, in attesa del Dpr verrà emanato un provvedimento che assegnerà la competenza degli interpelli alla nuova direzione generale, anticipando nei fatti il nuovo assetto. Inoltre l’Ispettorato sarà chiamato a fornire al ministero il supporto necessario per garantire le risposte agli interpelli. Peccato che tale supporto dovrà a sua volta essere oggetto di una “disciplina di tipo convenzionale” che deve essere ancora perfezionata.

Insomma, per mettere nero su bianco competenze e responsabilità tra ministero e Ispettorato e ridare impulso agli interpelli servono ancora tre provvedimenti, con tempi incerti, mentre la nascita dell’Ispettorato è stata prevista dal decreto legislativo 149/2015, entrato in vigore oltre un anno e mezzo fa.

Nel frattempo a datori di lavoro, aziende e operatori del settore non resta che aspettare.

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