Adempimenti

Ispettori, al palo l’integrazione con Inps e Inail

di Luigi Caiazza

Aumentano i compiti degli ispettori del lavoro ma non altrettanto avviene sul piano economico e su quello del potenziamento della nuova struttura transitata dal ministero del Lavoro all’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl).

Il malcontento è generale e riguarda tutti gli ispettorati territoriali il cui personale ispettivo, legale, amministrativo e tecnico, ha proclamato lo stato di agitazione da domani 1° novembre.

Non si è avverato quanto auspicato con la creazione della nuova agenzia ispettiva, cioè la confluenza in una unica struttura dell’attività di controllo nei vari aspetti che caratterizzano il rapporto di lavoro, dalla sua costituzione con i vari obblighi e limitazioni, al suo svolgimento con riguardo al trattamento normativo ed economico, sicurezza e igiene, orari e riposi, obblighi assicurativi e previdenziali, fino alle tutele al momento della risoluzione del rapporto.

Passato un anno dal via dell’Inl, non è cambiato nulla in quanto le istituzioni vigilanti, salvo qualche modifica sulla carta intestata, restano separate come prima, più di prima. A ciò si aggiunga la lamentata carenza di personale, inoltre impiegato più per ottenere risultati quantitativi che la qualità dell’intervento.

La protesta degli ispettori riguarda anche i ritardi dei pagamenti delle competenze accessorie sulle quali sembra calarsi la scure delle Finanze, con un taglio netto di 7 milioni di euro a fronte dei 15 già certificati per il triennio 2015-2017 e in parte pagati.

La carenza di personale non è l’ultimo problema. Infatti, come testimonia l’elaborazione contenuta nel Dpcm del 10 ottobre scorso, nell’Inl a fronte di una vacanza per il corrente 2017 di personale non dirigente stimata in 209 unità, quelle autorizzate all’assunzione sono appena 19, da individuare mediante lo scorrimento di graduatorie di altre amministrazioni. Non va meglio per i dirigenti di seconda fascia. Infatti, a fronte di una vacanza di 28 unità, le assunzioni autorizzate sono 3 da attingere mediante lo scorrimento di graduatorie di altre amministrazioni. Anche gli strumenti informatici sono inadeguati alla particolare attività da espletare.

Tali carenze si ripercuotono su tutta l’attività ispettiva e sullo stesso personale che, con la proclamazione dello stato di agitazione, non acconsentirà all’uso del mezzo proprio di trasporto per raggiungere le aziende da ispezionare, utilizzerà i mezzi pubblici per i quali chiederà l’anticipo di spesa, non effettuerà prestazioni eccedenti il normale orario di lavoro che, come per tutti i pubblici dipendenti è di 36 ore settimanali.

Si tratta di una iniziativa che non mancherà di ripercuotersi direttamente o indirettamente sui controlli relativi alla regolarità del lavoro, anche sotto l’aspetto della sicurezza dove, secondo i recenti dati forniti dall’Anmil, gli infortuni mortali sul lavoro nel 2017 (fino ad agosto) sono stati 682 con un incremento di circa il 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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