Adempimenti

La riforma delle tariffe Inail mette a rischio prevenzione e formazione

di : Mauro Pizzin

Gli investimenti effettuati dall’Inail sul fronte della prevenzione, con i bandi Isi, e della formazione per la sicurezza, grazie a un bando specifico dal budget di oltre 14,5 milioni destinato a piccole, medie e microimprese (che vede come soggetti attuatori, tra gli altri, le organizzazioni sindacali e datoriali), potrebbero subire una frenata nei prossimi anni. Uno stop dovuto alla necessità di compensare le minori entrate per l’Istituto determinate dalla revisione al ribasso delle tariffe Inail.

Il provvedimento - in vigore dallo scorso 1° gennaio e che porterà ad un taglio medio di oltre il 32% al costo dei premi rispetto alla tariffa del 2000 - prevede una riduzione dell’onere assicurativo aziendale che toccherà gli 1,7 miliardi (si legga il Sole 24 Ore dell’8 marzo scorso).

A mettere questi tagli nero su bianco è la legge 145/18 (Bilancio 2019), secondo cui nel triennio 2019-2021 la revisione peserà sul bilancio dell’istituto assicurativo con minori entrate per 410 milioni per il 2019, 525 milioni per il 2020 e a 600 milioni per il 2021, tagli che si aggiungono a quelli già previsti dall’articolo 3 del decreto legislativo 38/2000 e dalla legge 147/2013 (Stabilità 2014).

Per concorrere in parte alla copertura degli oneri relativi alla riduzione dei premi la legge di Bilancio, al comma 1122, prevede di recuperare 110 milioni per il 2019, 100 milioni per il 2020 e altrettanti per il 2021, pescando proprio dalle risorse destinate dall’Inail al finanziamento dei progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro rivolti in particolare alle piccole, medie e micro imprese.

Oltre a ciò è prevista anche una riduzione delle risorse già destinate a finanziare i progetti d’investimento e formazione e allo sconto relativo all’attività di prevenzione aziendale, pari a 50 milioni per il 2020 e a 50 milioni per il 2021, con un’ulteriore possibile riduzione per il 2021 fino a un importo complessivo massimo di 50 milioni per entrambi i progetti qualora, previa verifica dell’Inail unitamente al Mef, non si riscontrassero delle eccedenze per quella annualità rispetto al livello delle entrate per premi e contributi, ovvero in termini di minori spese rispetto a quanto previsto nei saldi di finanza pubblica.

Una scelta, quella del governo gialloverde, che ha creato più di qualche apprensione anche nel presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, Giovanni Luciano, che ha definito «grave» il taglio agli incentivi alla prevenzione per 100 milioni, così come quello di 50 milioni l’anno per la premialità alle imprese virtuose che investono di più in sicurezza (si legga anche il Sole 24 Ore del 27 febbraio scorso).

Al netto delle risorse non assegnate dei precedenti budget Isi e ancora usufruibili, resta, certo, la possibilità di recuperare risorse aggiuntive da destinare alla prevenzione e alla formazione nelle pieghe del (ricco) bilancio dell’Istituto, ma su questo punto la decisione spetterà al futuro consiglio di amministrazione, la cui reintroduzione a fianco del Civ è stata stabilita dall’articolo 25 del decreto legge 4/2019. Del cda faranno parte il presidente e il vicepresidente dell’Inail, figura, quest’ultima, introdotta dalla legge 26/2019 di conversione del Dl 4/2019. Si tratta, dunque, di attendere.

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