Adempimenti

Semplificazioni, le proposte dei consulenti del lavoro e dei commercialisti

di Mauro Pizzin


Il disegno di legge 1338 per la semplificazione in materia di lavoro è finito ieri sotto i riflettori dei professionisti, sentiti anch'essi in audizione dalla XI Commissione lavoro del Senato. Un'esigenza, quella della semplificazione in materia, particolarmente sentita da parte dei consulenti del lavoro e dai commercialisti, giornalmente in prima linea nell'assistenza di aziende e privati. Entrambi i consigli nazionali hanno, infatti, manifestato la necessità di realizzare un sistema organico di disposizioni in materia di lavoro, condividendo le finalità perseguite dal nuovo testo normativo e formulando poi ognuno delle proposte specifiche.

La posizione dei consulenti del lavoro
La riflessione del Cnocdl è partita da una valutazione sull'apprendistato professionalizzante, di cui è stata chiesta la rivisitazione degli aspetti formativi sulla base delle indicazioni fornite dalla Corte costituzionale. Per i professionisti, l'obiettivo dovrebbe essere quello di valorizzare maggiormente la formazione on the job attraverso l'affiancamento degli apprendisti da parte di tutor e personale specializzato, riducendo al minimo o eliminando gli adempimenti burocratici connessi alla formazione, oggi eccessivamente diversificati dalle varie regolamentazioni regionali.
In materia di servizi per l'impiego, dopo avere premesso che l'attuale assetto costituzionale non contempla compiti e funzioni amministrative in materia di politiche del lavoro direttamente in capo al ministero del Lavoro, i consulenti hanno chiesto che venga delineato più compiutamente il ruolo ministeriale e quello dell'Anpal quali organismi nazionali preposti a garantire standard minimi e omogenei su tutto il territorio nazionale, non solo in termini di qualità della prestazione, ma anche in termini di adempimenti e procedure.
In questo contesto è stata evidenziata la necessità di arrivare a una condivisione delle banche dati, introducendo vincoli e obblighi, con relative sanzioni, di interconnessione e condivisione delle stesse per tutti gli organismi regionali, gli enti pubblici vigilati dal Ministero e tutti i soggetti privati accreditati ad operare nell'ambito dei servizi al lavoro. Da ciò anche la previsione di un organismo con compiti di monitoraggio e coordinamento degli enti vigilati, per agevolare l'azione di tutti i soggetti coinvolti direttamente nelle prestazioni dei servizi e delle politiche del lavoro.
Condiviso dai consulenti del lavoro anche l'accorpamento delle funzioni di Anpal, Anpal Servizi e Inapp, ipotizzata nel disegno di legge, prevedendo apposite disposizioni finalizzate ad omogeneizzare i diversi status giuridici del personale operante e i relativi trattamenti economici, così come la revisione della regolamentazione del diritto del lavoro e legislazione sociale di derivazione comunitaria, come ad esempio quella relativa agli incentivi all'occupazione, che prevedano vincoli ulteriori rispetto a quelli previsti dalle normative comunitarie.
Il Cnocdl ha suggerito, ancora, di rivedere gli accordi di cooperazione applicativa tra i sistemi informativi dei diversi enti per individuare e mettere a disposizione, soprattutto dell'utenza privata, modulistica e informazioni omogenee facilmente individuabili, condividendo, infine, l'ipotesi di consentire la detraibilità fiscale degli eventuali oneri regolatori che dovessero scaturire dalla emanazione di nuove normative.

La posizione dei commercialisti
Nel corso dell'audizione il Cndcec ha evidenziato la necessità di accorpare i sistemi informativi per la realizzazione di un portale unico delle comunicazioni in materia di lavoro con l'obiettivo di consentire una condivisione delle informazioni tra gli enti pubblici e le amministrazioni statali, idonea allo snellimento delle procedure amministrative e burocratiche, evitando ripetuti invii di informazioni già in possesso della Pa. Di rilevante utilità pratica sarebbe, poi, secondo i commercialisti anche la previsione di una piattaforma e/o di standard comuni per tutti gli adempimenti e le comunicazioni in favore dei Fondi di previdenza complementare, attualmente definiti in autonomia da ciascun ente.
Anche per i commercialisti è apprezzabile la previsione contenuta nel disegno di legge volta a razionalizzare e riorganizzare enti e organismi che svolgono compiti in materia di servizi per l'impiego e politiche del lavoro. In questo contesto è stata segnalata, in particolare, l'esigenza di valorizzare il ruolo rivestito dai sistemi bilaterali istituiti dalla contrattazione collettiva maggiormente rappresentativa, nonché il ruolo degli enti di rappresentanza di tutti i professionisti abilitati dalla legge alla gestione degli adempimenti in materia di lavoro.
Su quest'ultimo fronte il Cndcec ha segnalato alla Commissione quello che ritiene essere un'evidente incongruenza della disposizione normativa rinvenibile nell'articolo 6, comma 2, del Dlgs 276/2003, la quale ammette al regime particolare di autorizzazione per lo svolgimento a livello nazionale dell'attività di intermediazione soltanto la fondazione o altro soggetto giuridico dotato di personalità giuridica costituito nell'ambito del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, ma non nell'ambito del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili e del Consiglio nazionale degli avvocati. E questo – secondo i commercialisti - a fronte dell'eguale abilitazione legale all'esercizio della professione nella materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale dei lavoratori dipendenti.
Positivo è stato, infine, il giudizio anche sulla previsione del disegno di legge delega secondo la quale, per la realizzazione degli schemi dei decreti legislativi, il ministero del Lavoro può istituire apposite commissioni. E' stata anzi evidenziata, a questo proposito, la necessità che la composizione di ciascuna commissione veda la partecipazione di rappresentanti di tutte le categorie professionali abilitate dalla legge alla gestione degli adempimenti in materia di lavoro, affinché possano essere opportunamente rappresentate le problematiche legate alla concreta amministrazione e gestione dei rapporti di lavoro.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©