Adempimenti

Isa dei professionisti, troppe anomalie in agguato

di Valeria Uva

i conti non tornano, neanche se a farli sono i commercialisti, su di sé. Come se non bastasse l’affanno e il caos con cui i professionisti stanno affrontando gli ultimi calcoli per i nuovi Isa (indici sintetici di affidabilità) dei clienti entro fine mese ( salvo proroghe dell’ultim’ora), anche la messa a punto del proprio Isa è un percorso a ostacoli che finisce, spesso, con amare sorprese.

Le segnalazioni

Anche se il monitoraggio è appena avviato, al Consiglio nazionale dei commercialisti sono già arrivate le prime segnalazioni. «Si tratta di casi sporadici», precisa Maurizio Postal, consigliere con delega alla fiscalità: punteggi bassissimi (anche un «1»)  sono stati segnalati, a volte, quando si incrocia il numero di modelli 770 con quello delle Cu inviate dal professionista, perché il dato precaricato non sempre tiene conto del fatto che su uno stesso modello possano esserci più Cu.«Probabilmente si tratta di refusi che però vanno ad abbassare il voto finale: c’è chi con tre «10» di affidabilità e , appunto, un «1» deve accontentarsi di un punteggio di 7,75 e perdere alcune premialità», spiega in dettaglio Postal. E continua: « In generale rileviamo una eccessiva sensibilità degli indici a piccole anomalie, ad esempio a lievi scostamenti dalla media dei compensi provinciali».

Il problema esiste pure per gli avvocati. Anche l’Uncat (Unione nazionale camere avvocati tributaristi) segnala casi analoghi a seguito del monitoraggio tra gli iscritti. Racconta il presidente, Antonio Damascelli: «Avvocati che con i vecchi studi di settore erano congrui ora presentano indici di affidabilità molto variabili sul territorio: a Bologna si resta tra 7 e 9 ma a Palermo, Bari e Catania, a parità di condizioni, la forbice va dal 4 al 6».

«Credo che alcuni risultati sorprendentemente bassi per i commercialisti derivino dal diverso apporto dei due indicatori: quelli di affidabilità sono solo tre, mentre quelli di anomalia sono ben 75», fa notare Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Napoli, che sul punto ha elaborato anche un documento (si veda la scheda a fianco) . Il punteggio finale, infatti, è una media tra gli indicatori di affidabilità, che contribuiscono ad alimentare positivamente l’esito finale, e quelli di anomalia che, anche se partecipano al calcolo finale solo quando l’anomalia è presente, di fatto deprimono il risultato. «Il problema – si legge nella nota dell’Ordine partenopeo - è che mentre gli indicatori buoni sono pochi , quelli “cattivi” sono tantissimi”. Sempre per i commercialisti (codice Ak05u) il rapporto è di 3 contro 75 .

L’Ungdec (Unione nazionale giovani dottori commercialisti) segnala che anche molti studi con contratti annuali a forfait con i clienti stanno incontrando difficoltà. «Da quanto ci riportano - spiega il presidente Daniele Virgillito - dato che nel caso di consulenze a forfait non sono indicati i compensi specifici per i singoli modelli, può capitare che gli Isa segnalino un’anomalia dando un punteggio «1» perché il compenso medio dell’attività di compilazione dei modelli dichiarato è inferiore alla soglia». In questi casi, gli esperti suggeriscono di scorporare dal forfait una quota per il modello redditi e riproporzionare il contratto. Ma l’operazione comporta inevitabilmente del tempo.

Le richieste delle categorie

In realtà molte delle anomalie e difficoltà segnalate possono essere superate attraverso una “forzatura” o correzione manuale dei dati del sistema, anche attraverso singole annotazioni. Ma i problemi e le difficoltà riscontrate su di sé e sui clienti non fanno altro che rafforzare la spinta delle categorie verso una proroga, oppure verso l’introduzione solo in via sperimentale degli Isa per questo primo anno «per evitare - chiosa Moretta - ai professionisti di soccombere davanti a tanti adempimenti».

«I continui aggiornamenti del software anche ad agosto e la necessità di scaricare nuovamente i dati precompilati - ha ricordato nei giorni scorsi il presidente Cndcec, Massimo Miani - dimostrano che il meccanismo degli Isa è ancora lontano dal potersi definire “affidabile”». «Per questo - gli fa eco Postal - insistiamo sulla necessità di rendere i primi Isa facoltativi o almeno di evitare che il Fisco li usi come unico strumento di selezione delle posizioni da verificare».

A favore di una proroga si sono schierati anche gli avvocati di Uncat: «Non neghiamo che gli Isa segnino sicuramente un passo avanti nella compliance dei contribuenti perché li lasciano liberi di decidere se aumentare il proprio punteggio, anche inserendo elementi extracontabili»sottolinea Damascelli «ma il rapido susseguirsi di quattro decreti e numerose circolari rende impossibile svolgere questa attività nei tempi previsti».

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