Adempimenti

Reddito, al Sud solo il 10% ha sottoscritto il Patto per il lavoro

di Giorgio Pogliotti

A sette mesi dall’avvio del reddito di cittadinanza solo un decimo dei percettori considerati “occupabili” che risiedono al Sud ha sottoscritto il Patto per il lavoro, il primo passaggio procedurale delle cosiddette politiche attive. Da un primo monitoraggio emerge che sui 178mila beneficiari del sussidio in Campania in circa 15mila lo hanno firmato (8,4%), in Sicilia su 162mila lo hanno fatto in 18mila (11,1%), in Abruzzo su 14mila in 1.600 (11,4%).

Questi primissimi numeri - manca il dato ufficiale di Anpal perché la banca dati non è collegata con i 21 sistemi locali - confermano la analisi dello Svimez sull’impatto nullo del reddito di cittadinanza sul mercato del lavoro nel Sud. Sicilia e Molise sono ancora in difficoltà nell’avviamento al lavoro a causa di problemi con l’infrastruttura digitale. In Campania, nonostante l’accordo politico sull’assunzione di 471 navigator, ancora manca la convenzione con Anpal servizi, necessaria affinché possano operare nei centri per l’impiego. La Puglia è partita in ritardo con l’invio delle convocazioni, anche se adesso sta viaggiando ad un passo più spedito. In realtà in tutta Italia le convocazioni nei centri per l’impiego sono partite tardi, solo dall’inizio di settembre gli sms sono stati inviati alla platea di 704mila percettori del Rdc considerati occupabili, ma tra il 30 e il 40% dei contattati non si è presentato agli sportelli. Tra i cira 250mila finora convocati i patti per il lavoro siglati in Italia superano quota 75mila. Per chi non si è presentato non sono scattate le sanzioni, poiché ancora si attende la circolare Anpal promessa dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, alle regioni, con i criteri per applicare in modo uniforme il principio della condizionalità previsto dalla normativa.

Manca ancora il sistema informatico dedicato che l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) avrebbe dovuto costituire per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro a livello regionale. Le imprese attendono che venga pubblicato il modello Inps per richiedere gli incentivi previsti per le assunzioni di percettori del reddito di cittadinanza. E manca la circolare per rendere operativo l’assegno di ricollocazione che nella nuova versione è destinato esclusivamente ai beneficiari del reddito di cittadinanza.

In questo quadro di ritardi, al 31 ottobre 2019 l’Inps ha accolto 900.283 domande per il reddito di cittadinanza e 120.327 per la pensione di cittadinanza, per un totale di 1.020.610 nuclei familiari (in totale sono 1.555.588 le domande presentate). In cima alla graduatoria regionale la Campania con 177.194 domande di reddito e 17.731 di pensione accolte e la Sicilia con 158.675 domande di reddito e 17.997 di pensione accolte. Quanto alla spesa, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico ha spiegato che «il dato per il 2019 è pari a 4,8 miliardi di euro, dunque di un risparmio pari ad un miliardo, già previsto nel decreto salva-conti, rispetto alla spesa prevista di 5,8 miliardi».

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