Adempimenti

Appalti, contro i rincari spunta la compensazione alla francese

di Giorgio Santilli

Riesplode la questione dell’aumento dei prezzi delle materie prime nei cantieri degli appalti pubblici. E il governo stavolta sembra intenzionato a intervenire - con una norma da inserire nel decreto legge ristori che va oggi all’esame del Consiglio dei ministri - ascoltando le lamentele dell’associazione nazionale dei costruttori che considera la norma emergenziale varata sei mesi fa per il 2021 del tutto insufficiente a coprire gli aumenti e troppo farraginosa nella procedura di applicazione.

La novità, che avrebbe convinto il governo a varare un meccanismo più strutturato e al tempo stesso più facile da applicare, è l’acuirsi del problema dei rincari in vista dell’avvio delle opere del Pnrr. Come evidenziato dal Sole 24 Ore del 18 gennaio, ora è esploso il tema dei bandi di gara sottocosto. Una situazione perversa in cui - a causa del mancato adeguamento dei prezzari - l’iter di affidamento dell’opera parte già con un valore a base d’asta che l’Ance stima mediamente più basso rispetto ai costi reali del 12% e che in molti casi, soprattutto relativi a grandi opere ferroviarie, tocca punte del 20 per cento.

Se già nel momento di avvio del percorso di gara e di definizione del prezzo - prima di vedere gli esiti della gara, prima di firmare il contratto di appalto, prima di conoscere il progetto definitivo, prima di avviare il cantiere - il costo dei materiali è già largamente sottostimato rispetto a quello reale, l’opera, anziché partire, è destinata a bloccarsi immediatamente. Senza parlare della difficoltà per l’impresa di presentare un’offerta con un prezzo credibile scommettendo al buio sulle variazioni dei prezzi.

L’argomento ha trovato ascolto al ministero delle Infrastrutture ed è cominciato il solito confronto, soprattutto con il Mef, per la messa a punto di una norma condivisa.

L’altra novità di queste ore è che, proprio per superare queste difficoltà, sulla scena ha fatto irruzione una proposta dell’Ance di impostazione totalmente innovativa. È, in sostanza, un meccanismo stabile di revisione prezzi da inserire nel codice degli appalti, che prevederebbe un adeguamento continuo dei costi iniziali, applicando un coefficiente dato dal rapporto tra l’indice Istat relativo al mese di maturazione del Sal e il medesimo indice relativo al mese di presentazione dell’offerta.

È, in sostanza,il modello di revisione prezzi applicato con soddisfazione di tutte le parti in Francia ma anche agli appalti della Banca mondiale.

Nel sistema francese questo meccanismo ha permesso di adeguare i prezzi dei contratti del 24% per le strutture e opere di ingegneria in acciaio, del 14% per le manutenzioni stradali e del 9% per le fondazioni e opere geotecniche.

Un meccanismo oggettivo e flessibile, applicato lungo tutto l’arco di realizzazione dell’opera, consentirebbe di compensare i costi quando salgono, ma anche di ridurli quando, viceversa, scendono.

Si ridurrebbero così i rischi di vedere una falsa partenza delle opere del Pnrr e si ridurrebbe la tensione intorno al problema dell’adeguamento dei prezzari. Tema su cui continua per altro la battaglia dell’Ance, con qualche risultato significativo atteso a breve dopo l’invito rivolto dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, alle principali stazioni appaltanti di adeguare i costi che formano il prezzo a base d’asta.

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