Rapporti di lavoro

La compliance è ancora una parola vuota

di Marina Calderone*

Se è vero che la semplificazione deve diventare un obiettivo primario, da noi sempre condiviso e sollecitato, è pur vero che le procedure telematiche degli adempimenti dell'agenzia delle Entrate hanno rappresentato in questi anni un moltiplicarsi di adempimenti, responsabilità e costi per gli intermediari, in particolare per i professionisti. E il modello di certificazione unica, pubblicato dall'agenzia delle Entrate il 15 gennaio, è un altro esempio di semplificazione che complica. Con l'aggravante che viene introdotto un pesante regime sanzionatorio mentre tutto sembra ancora in divenire e non certo per responsabilità dei contribuenti e, men che meno, dei professionisti. In una fase in cui la crisi continua a battere pesantemente sulla nostra economia, invece di adottare provvedimenti idonei ad alleggerire il carico fiscale - per esempio, sospendere gli studi di settore per tre anni, come richiesto da tempo dai consulenti del lavoro - vengono previsti altri adempimenti con sanzione per il ritardo nella presentazione di modelli statistici.

Ad oggi, infatti, le software house stanno ancora lavorando per il rilascio degli aggiornamenti dei programmi gestionali per la certificazione unica, la cui versione definitiva del 15 gennaio contiene novità inaspettate e dubbi correlati che metteranno a dura prova il rispetto dei termini e, quindi, l'invio delle certificazioni entro il 9 marzo. Oggi un professionista deve far fronte a una miriade di adempimenti materiali e burocratici impossibili da trasferire in termini di fatturato al contribuente, già alle prese con difficoltà economiche. Il nuovo adempimento, rispetto al vecchio Cud, prevede numerosi dati in più e una platea più ampia di soggetti da dichiarare, come i lavoratori autonomi. Con conguagli di imposta da ultimare a ridosso della scadenza, così come la registrazione delle fatture emesse dagli autonomi. Per questo ci si aspettava un termine più ampio rispetto a quello precedente. E prevedere una sanzione da 100 euro per ogni percipiente, in caso di violazioni, senza un periodo transitorio di moratoria in fase di prima applicazione di una norma, non è sicuramente esempio di come si dovrebbe operare per rendere più semplici e accessibili i rapporti tra contribuenti e fisco. Al contrario, è esempio di come quella compliance tanto declamata quanto trascurata è ancora lontana dall'essere raggiunta.


*Presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro

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