Rapporti di lavoro

Per consulenze e ricerca bandi aperti ai professionisti

di Alessandro Sacrestano

Le amministrazioni pubbliche aprono le porte ai lavoratori autonomi.

Nel testo del disegno di legge contenente “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, infatti, sono contenute una serie di disposizioni finalizzate a facilitare la prestazione di servizi da parte di professionisti a favore della Pubblica amministrazione.

Si tratta di un provvedimento che va letto nel senso di una necessaria apertura anche alla categoria dei lavoratori autonomi ad una serie di opportunità lavorative che, sinora, erano riservate alle sole realtà imprenditoriali e che, in passato, hanno visto i professionisti oggetto di una chiusura poco condivisibile o, addirittura, di “forzature” inopportune, richiedendo ad esempio obbligatoriamente l’iscrizione alle Camere di commercio o l’associazione in società.

In tal senso, la norma dispone che le amministrazioni appaltanti implementino bandi di gara che consentano la partecipazione, per la prestazione di servizi e l’assegnazione di incarichi personali di consulenza o ricerca, anche ai lavoratori autonomi. Non solo, le amministrazioni dovranno favorire tanto l’accesso dei lavoratori autonomi alle informazioni relative alle gare pubbliche, usufruendo di sportelli appositamente dedicati a loro e da costituirsi presso i centri per l’impiego e gli organismi accreditati, quanto la partecipazione alle procedure di aggiudicazione.

Un passaggio importante il disegno di legge lo fa anche a proposito dell’accesso ai piani operativi regionali e nazionali a valere sui fondi strutturali europei. In tale contesto, la norma equipara i lavoratori autonomi alle piccole e medie imprese. Tale passaggio porta, inoltre, all’abrogazione dell’articolo 1, comma 821, della Legge 208/2015, in cui si stabiliva un’analoga disposizione di equiparazione dei professionisti alle Pmi in relazione all’accesso ai Por ed ai Pon del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Non si tratta di una mera sostituzione. Il disegno di legge, infatti, non contiene più il riferimento temporale che, invece, era contenuto nella norma abrogata e che limitava l’equiparazione fino al 2020. Inoltre, l’equivalenza lavoro autonomo/impresa per l’accesso ai fondi europei si applicherà a tutti i professionisti, nessuno escluso.

Tornando al tema della partecipazione a bandi, questa volta per l’assegnazione di incarichi e appalti privati consentiti, il disegno di legge estende ai lavoratori autonomi, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, la possibilità di costituire reti di esercenti la professione, consentendo, quindi, agli stessi di partecipare ai bandi anche per il tramite delle reti di imprese, pure in forma di reti miste.

Analogamente, la partecipazione ai bandi potrà avvenire anche attraverso consorzi stabili professionali ed associazioni temporanee professionali.

Infine, una precisazione in ordine alla copertura finanziaria delle disposizioni in commento, che non comporteranno nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©