Rapporti di lavoro

Il welfare punta al benessere, quali scenari

di Gianluigi Baroni, Antonella Iacobellis, Andrea Giordan, Paola Bernardo

In un'epoca di grandi cambiamenti sociali e relativi al mondo del lavoro, sono molte le aziende che stanno facendo deciso ricorso al welfare per migliorare il benessere e la produttività dei propri dipendenti, complici anche gli incentivi introdotti a livello normativo dalla legge 208/2015 (legge di stabilità 2016, recentemente modificata dalla legge 163/2016). Infatti il regime agevolativo afferente ai premi di risultato prevede l'esclusione dalla formazione del reddito di lavoro dipendente di quei benefit che il lavoratore decide di fruire in luogo dell'importo corrispondente al premio stesso.

Restano fermi, ovviamente, i limiti statuiti dalla normativa in parola:
• il limite di un valore complessivo di 3.000 euro lordi nell'anno di imposta;
• che il reddito di lavoro dipendente dell'anno precedente non abbia superato 80.000 euro.

Si consideri inoltre che, in forza delle modifiche apportate all'articolo 51, comma 2, lettere da f a f-quater ad opera della legge 208/2015 e dalla successiva legge 232/2016 (legge di bilancio 2017), risulta ampliato il novero delle misure di welfare che – riconosciute dal datore di lavoro alla generalità o a categorie di dipendenti - sono escluse dalla formazione del reddito di lavoro dipendente, in particolare:

- l'utilizzazione delle opere e dei servizi riconosciuti, anche ai familiari, per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto;
- le somme, i servizi e le prestazioni erogati per la fruizione, da parte dei familiari dei servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari;
- le somme e le prestazioni erogate per la fruizione dei servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti;
- i contributi e i premi per prestazioni, anche in forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana.

Alla luce del quadro normativo è partita la corsa delle imprese alla ricerca dei benefit più diversificati, con l'obiettivo di rendere tali misure quanto più appetibili possibile per la propria popolazione aziendale.

Così, una grande impresa del centro Italia, sta puntando al miglioramento della produttività scommettendo sul benessere del corpo e dello spirito dei propri dipendenti, che almeno una volta al mese possono usufruire di una seduta di yoga e, una o due volte all'anno possono trascorrere un weekend in centri termali e/o benessere, tutto a spese dell'azienda, dove chi vuole può seguire le lezioni in un casolare in mezzo alla natura.

È senz'altro meritevole di segnalazione, inoltre, l'introduzione di un nuovo contratto integrativo territoriale che mette a disposizione, a oltre 600 dipendenti, polizze sanitarie per coprire spese mediche e una quota integrativa di denaro (tra i 300 e i 500 euro) spendibile in servizi welfare.

Un nuovo piano integrato di welfare aziendale è stato lanciato anche da un'importante multinazionale che opera nel settore dei servizi pubblici e che ha voluto mettere al centro le famiglie dei lavoratori. Il piano mette infatti a disposizione di ciascun dipendente un budget da spendere a scelta tra numerose aree tematiche: salute e sicurezza sanitaria, assicurazione e previdenza, sostegno alla maternità (asili nido, centri estivi) e all'istruzione dei figli (rimborso contributo scolastico per la scuola materna, rimborsi ulteriori per spese relative a scuole primarie e secondarie), servizi alla persona, mobilità dei pendolari, benessere e sostegno al reddito.

Altre imprese hanno rivolto la propria attenzione al benessere aziendale portando direttamente sul luogo di lavoro cibo di qualità, sano, etico e sostenibile, consentendo ai dipendenti di fare la spesa presso il luogo di lavoro. Tra le misure attuate trova posto anche la possibilità di fruire di appartamenti al mare gratis per i dipendenti durante i periodi di vacanza.

È di tutta evidenza come le aziende abbiano sondato strade anche “innovative”, nel dichiarato intento di incontrare le esigenze dei dipendenti che possono divergere significativamente in funzione della composizione della propria “forza lavoro”. Una marcata attenzione ai bisogni avvertiti dai propri lavoratori costituisce infatti un requisito imprescindibile nella concreta attuazione delle misure di welfare, senza la quale il rischio è di costruire un insieme di misure percepite come poco attrattive con conseguente scarso richiamo e perdita di efficacia.

In un contesto lavorativo nel quale i tempi di lavoro e di conciliazione con la vita privata tendono sempre più a confondersi, anche positivamente (si pensi alla recente disciplina dello “smart working”), la capacità di una azienda di proporre misure in grado di agevolare la vita dei propri dipendenti potrà costituire senz'altro un vantaggio competitivo in termini di soddisfazione e identificazione degli stessi, con favorevoli ricadute sul clima di benessere aziendale, oltre che in termini di compressione dei costi del personale e di netto percepito dal lavoratore.

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