Rapporti di lavoro

Tirocinio, mix di regole per 300mila

di Francesca Barbieri e Valeria Uva

Novità in arrivo per oltre 300mila giovani che nei prossimi mesi inizieranno uno stage. Le Regioni sono chiamate infatti ad adeguarsi alle nuove linee guida per i tirocini extracurricolari, quelli cioè realizzati al di fuori di un percorso scolastico, varate dalla Conferenza unificata a maggio.

Le autonomie locali hanno avviato il recepimento delle novità - dal divieto di attivazione per i datori di lavoro che abbiano licenziato nei 12 mesi precedenti alla durata minima di due mesi, fino ai premi per chi assume i tirocinanti -, ma ancora nessuna è arrivata al traguardo: la Basilicata dovrebbe portare la delibera in Giunta proprio questa settimana e la Sicilia si appresta a farlo entro l’estate. Le altre sono al lavoro sulle bozze di delibere. In realtà, per adeguarsi alle nuove indicazioni c’è tempo fino al 24 novembre (sei mesi dall’accordo), senza contare che le Regioni possono fissare disposizioni di maggior tutela. Anche questa volta, infatti, come per le precedenti linee guida del 2013, i governatori hanno margini di autonomia soprattutto sulle indennità minime e sulle soglie dimensionali massime per poter ospitare i tirocinanti.

Spazi di manovra che già oggi le diverse realtà stanno sfruttando. Con effetti a volte paradossali: per uno stage alle stesse condizioni, un ragazzo può trovarsi a incassare il doppio rispetto a un suo collega, in base alla regione in cui si trova.

Posto che il minimo fissato dalle vecchie linee guida (confermato dalle nuove) è di 300 euro al mese, le più generose sono Abruzzo e Piemonte, che hanno fissato il paletto minimo dell’indennità mensile a 600 euro (si vedano le schede in alto); all’estremo opposto una pattuglia capitanata dalla Sicilia, che riconosce la metà (300 euro, ma la forchetta può arrivare a 500) e dalla Provincia di Trento, seguite da altre Regioni quali Veneto, Umbria, Molise e Friuli-Venezia Giulia, dove questa stessa cifra è ancorata a impegni minori (di fatto 20 ore alla settimana), oppure - come in Veneto - alla corresponsione dei buoni pasto.

A metà strada si collocano le altre realtà territoriali, che oscillano tra i 400 euro (per esempio Lombardia, Campania e Lazio, in cui si sale a 500 per Garanzia giovani) e i 500 euro mensili (Toscana e Friuli-Venezia Giulia per le 40 ore settimanali). In Puglia l’indennità minima di partecipazione è 450 euro e «la Regione - sottolinea l’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo - già prevede incentivi all’assunzione al termine del percorso e la possibilità di effettuare un tirocinio anche per i lavoratori in Cig o mobilità».

A variare sul territorio sono anche le regole di accesso per gli stagisti. Già dalle precedenti linee guida del 2013, infatti, alle Regioni sono stati concessi spazi per individuare, secondo le proprie specificità, il numero massimo di tirocinanti ospitabili in rapporto all’organico. La maggior parte ha fissato i tetti in relazione ai soli dipendenti a tempo indeterminato. Ma non sempre: in Lombardia si contano anche i collaboratori, in Piemonte pure personale a tempo determinato superiore a 6 mesi, stagionali per almeno 3 mesi, soci e familiari.

Nel tempo, poi, molte Regioni hanno aperto questa possibilità anche alle aziende senza dipendenti (da ultimo l’Abruzzo). Lo schema più seguito, comunque, è quello che vede un solo tirocinante per realtà fino a 5 dipendenti, poi due fino a 20 e un limite mobile pari al 10% dell’organico da 20 unità in su. Più complessa la scelta della Campania, articolata in sette fasce, così che anche sotto i 20 dipendenti sono attivabili fino a 5 stage.

Tra le porte principali di accesso al mercato del lavoro per i giovani (ma aperto anche alla ricollocazione di disoccupati), con Garanzia giovani questa forma di stage ha conosciuto in tutto il 2015 un vero e proprio boom, con numeri diversi lungo il territorio nazionale.

Dietro al picco record della Sicilia(oltre 50mila tirocini attivati in un anno, +716% rispetto al 2014), per esempio, ci sono proprio le particolari condizioni della Youth Guarantee nell’isola. Dal Dipartimento lavoro snocciolano i numeri: oltre 47mila stage attivati con questo programma sui 51mila totali del 2015, di cui il 28% si è trasformato in un contratto vero e proprio (sia a tempo determinato che indeterminato). «Anche grazie alle condizioni di favore - spiegano - perché in Sicilia l’indennità di 600 euro era a totale carico del programma europeo». Nel 2016 i numeri della regione sono rientrati sotto quota 10mila, come evidenzia il rapporto sulle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, da cui emerge che su un totale di quasi 318mila tirocini attivati nel 2016 in Italia, il 57% si concentra al Nord, al Centro si conta il 20% e il restante 23% al Sud. Per completare l’identikit si segnala, poi, che la maggioranza degli stage è nei servizi (75,5% del totale), seguiti a lunga distanza dall’industria (23%). E in base all’età, prevalgono gli under 35 (88% dei casi), in particolare i giovani sotto i 25 anni (49%).

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