Rapporti di lavoro

Crescono le morti bianche, nel 2017 sono state 1.029

di Cristina Casadei

Mille e ventinove. Tanti sono stati i morti sul lavoro nel 2017 (gennaio-dicembre), secondo quanto è stato comunicato dall’Inail con l’ultimo bollettino. «Commentare dei dati quando parliamo della vita delle persone è sempre difficile - dice il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe -. Il tema della sicurezza sul lavoro è importante, prioritario e evidentemente non si fai mai abbastanza. Confindustria, su tutto il territorio con le associazioni, lavora da tempo per diffondere la cultura della sicurezza e soprattutto della prevenzione. Serve infatti potenziare le iniziative di formazione sia per gli imprenditori, che per i lavoratori».

Nel 2017 le denunce di infortunio con esito mortale sono aumentate dell’1,08% rispetto al 2016, quando erano state 1.018. L’aumento riguarda tanto gli uomini che sono stati 6 in più (passando da 921 a 927), quanto le donne che sono state 5 in più (passando da 97 a 102). Nella distinzione dei settori, i decessi sono stati 857 (841 nel 2016) nell’industria e nei servizi, 141 in agricoltura (133 nel 2016) e 31 per conto dello Stato (44 nel 2016). «Siamo davanti ormai costantemente a circa un migliaio di morti sul lavoro all’anno, in tutti i settori - osserva il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan -. Ci vuole una presa di coscienza e di responsabilità molto, molto più forte da parte di tutti». «Il 2018, per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro, si é aperto malissimo», rincara il leader della Cgil Susanna Camusso. «Già nel 2017 - aggiunge Camusso - c’era stata una crescita degli incidenti mortali. Tutto questo ci dice che la precarizzazione del mercato del lavoro é uno degli elementi che mette a rischio i lavoratori».

Prendendo i dati complessivi degli infortuni c’è un lieve miglioramento. In totale nel 2017 le denunce sono state 635.433, lo 0,22% in meno rispetto alle 636.812. Questo risultato si deve essenzialmente al calo delle denunce di infortunio in occasione di lavoro che sono state lo 0,74% in meno, mentre pesa sempre di più il fenomeno degli infortuni in itinere.

La soluzione del problema chiede però un coinvolgimento a diversi livelli. Stirpe osserva che «è necessario coinvolgere tutti gli attori della prevenzione in azienda, ma anche nelle istituzioni, su questi temi: politiche, strategie, personale, risorse, processi e risultati per una gestione totale della sicurezza. Servono norme chiare e indirizzare sempre maggiori risorse per rafforzare la prevenzione a tutti i livelli. Serve un grande lavoro di squadra. Noi continueremo a non abbassare la guardia e a potenziare il nostro impegno in questa direzione».

Analizzando il quadro regione per regione, si scopre che le denunce di infortunio hanno una distribuzione disomogenea e il primato negativo spetta alla Lombardia: è in questa regione che gli infortuni sono passati dai 116.049 del 2016 ai 117.757 del 2017 con un incremento dell’1,47%. Seguono l’Emilia Romagna (+1,41%), il Friuli Venezia Giulia (+1,31%) e la Sardegna (+1,27%). Se invece prendiamo le morti sul lavoro, l’Abruzzo, regione di Rigopiano e Campo Felice, ha più che raddoppiato le morti bianche passando da 26 a 54, seguita dalla Liguria dove nel 2016 18 persone hanno perso la vita sul lavoro mentre nel 2017 sono diventate 34. In Lombardia i morti nel 2017 sono stati 19 in più, in Piemonte 7, in Sicilia 5.

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