Rapporti di lavoro

La coop che tutela i crowdworkers

di C. Gam.

Si chiama SMart ed è l’acronimo di società mutualistica per artisti. È una cooperativa in forma di impresa sociale senza scopo di lucro nata in Belgio nel 1998 e operativa anche in Italia da un paio d’anni, con sede a Milano e Roma. SMart costituisce un nuovo modello di tutela dei lavoratori delle piattaforme digitali, i cosiddetti crowdworkers.

In Italia il lavoro su piattaforma ancora non conosce un inquadramento giuridico e, nonostante i vantaggi per i lavoratori, porta con sé alcune questioni di tutela del lavoro che ancora non sono state risolte. Malattia, maternità, pensione sono solo alcuni temi. Che attendono risposta.

«La nostra cooperativa assume i freelance che lavorano su piattaforma e chiediamo loro di versare l’8,5% nel salvadanaio comune della coop – spiega Chiara Faini, responsabile dello sviluppo di SMart Italia -.Ci facciamo carico della fatturazione contattando il committente, ma soprattutto garantiamo il pagamento il 10 del mese successivo del lavoro svolto».

SMart conta ormai 120mila lavoratori iscritti in nove Paesi europei (Belgio, Francia, Spagna, Italia, Svezia, Germania, Austria, Olanda, Ungheria). Nato nel 1998 per agevolare i lavoratori dello spettacolo ormai contempla l’iscrizione di professionisti e lavoratori autonomi che appartengono ai settori più diversi.

«Operiamo per la tutela e il riconoscimento delle nuove forme di lavoro – continua Faini –. Con noi i lavoratori non aprono partita Iva, fatturiamo come coop usando i contratti a intermittenza o collaborazioni coordinate e continuative». Il modello SMart pensato inizialmente per gli artisti ora vede nuove forme di inquadramento, «proprio perché il lavoro è cambiato e ancora non esistono forme alternative di tutela al di fuori dei vecchi modelli di lavoro subordinato», aggiunge Faini. Sostegno alla disoccupazione e assegno di maternità vengono anche garantiti ai soci di SMart, accanto a quella che Faini definisce «una operazione culturale», cercare cioè di«sensibilizzare la presa di coscienza della propria professionallità».

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