Rapporti di lavoro

La nuova Iso 45001:2018 impegna i vertici aziendali sulla sicurezza del lavoro

di Mario Gallo

Il 12 marzo l'International organization for standardization (Iso) ha pubblicato la nuova norma 45001:2018 sui “sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro – requisiti e guida per l'uso”. Il percorso di approvazione è stato molto travagliato a causa di diverse resistenze espresse durante le consultazioni, specie dalle parti sociali, ma finalmente è giunto ai nastri di partenza il nuovo standard che definisce i requisiti dei sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro (Sgssl) e che andrà, quindi, a sostituire la Bs Ohsas 18001:2007 prevista dall'articolo 30 del Testo unico della sicurezza (Dlgs 81/2008).

L'emanazione di questa nuova norma, già in vigore, rappresenta una tappa molto importante sulla strada della “sicurezza organizzata” in quanto si tratta della prima norma Iso certificabile sui Sgssl avente una valenza su scala mondiale e, per tale motivo, in grado di uniformare le normative applicate nei diversi Paesi introducendo, così, un comune modus operandi che certamente apporterà dei benefici sia per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro, sia per quanto riguarda la concorrenza tra le imprese sui mercati mondiali.

Ma un'innovazione certamente non trascurabile è, come vedremo, anche la previsione di un coinvolgimento più intenso del top management che sarà chiamato a un maggiore impegno nel coniugare le scelte d'impresa con le politiche in materia di sicurezza sul lavoro.

Campo di applicazione e struttura generale.
Concentrando l'attenzione su le novità più significative occorre precisare, in primo luogo, che la Iso 45001:2018 è una norma tecnica applicabile a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dalle sue dimensioni, tipo e attività, che desideri istituire, implementare e mantenere un Sgssl per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, eliminare i rischi e minimizzarli (comprese le carenze del sistema), sfruttare le opportunità e affrontare le non conformità del sistema di gestione associato alle sue attività.
Molto innovativa appare la sua struttura, che comunque segue il classico approccio Pdca (ossia il ciclo di deming basato su plan–do–check–act), impiantata sulla high level structure (Hls) prevista nelle direttive Iso come nucleo comune per tutte le nuove norme sui sistemi di gestione.
Per tale strada, quindi, si è cercato di favorire l'integrazione tra i vari sistemi (qualità, ambiente e sicurezza sul lavoro); fino a oggi, infatti, l'assenza di uniformità di base tra i diversi standard imponeva agli operatori il ricorso ad altri strumenti – come, ad esempio, la Bs Pas 99 – e determinava anche criticità di rilievo su altri fronti come quello delicato della responsabilità amministrativa delle imprese e degli enti di cui al Dlgs 231/2001.

L'analisi del contesto: si va verso la piena integrazione dei diversi sistemi di gestione.
Un'altra innovazione molto significativa è la previsione al punto 4 dell'analisi del contesto in cui l'organizzazione si trova a operare; proprio il “context of the organization” ha un ruolo di grande importanza perché si tratta, in effetti, d'identificare quegli aspetti e le questioni più rilevanti che sono in grado d'influenzare positivamente o negativamente il modo con il quale l'organizzazione affronta i suoi obblighi in materia di salute e di sicurezza sul lavoro.
Occorre sottolineare, però, che non si tratta di un'analisi di contesto mirata solo a quello che riguarda questo ambito; lo scopo della norma, infatti, è quella di spingere l'impresa a compiere un'unica analisi di contesto, integrata, quindi, anche con la qualità e l'ambiente.

Coinvolgimento del top management e dei lavoratori.
Altra importante innovazione si rileva al punto 5 dedicato alla leadership e alla partecipazione dei lavoratori. Gli estensori della norma, tenuto conto anche dell'esigenza di conformare la struttura della norma stessa all'Hls, hanno previsto precisi indirizzi finalizzati a rafforzare la relazione tra gestione della salute e sicurezza e il core business dell'organizzazione.
Si tratta di due aspetti che s'intrecciano e occorre sottolineare che il nuovo standard prevede un maggiore coinvolgimento e impegno del top management, nonché l'esercizio di una leadership forte a sostegno, quindi, del radicamento degli impegni in ambito prevenzionale all'interno del business aziendale.
D'altro canto è innegabile che l'esperienza di questi anni ha evidenziato che in molti casi proprio l'alta direzione è risultata non sufficientemente impegnata nell'affrontare le problematiche gestionali di safety, lasciando spesso l'onere a carico del servizio di prevenzione e protezione che per sua natura, sulla base di quanto stabilito dal Dlgs 81/2008, non ha potere di spesa e decisionale e, quindi, da solo non è in grado di garantire il raggiungimento della conformità normativa e il miglioramento dei processi.
Il successo del Sgssl parte, pertanto, proprio dalla piena consapevolezza del top management che ogni scelta di business implica il dover attentamente pesare anche le implicazioni che essa comporta sul piano della salute e della sicurezza sul lavoro.

Periodo transitorio
Resta, infine, solo da evidenziare due ultimi aspetti; il primo è che al momento sul sito dell'Iso sono disponibili solo le versioni in inglese, francese e spagnolo della 45001:2018; per quanto riguarda, invece, il recepimento della norma in Italia l'Uni ha precisato in una nota di essersi già attivato per adottare la Iso 45001:2018, la quale dovrebbe essere recepita a momenti con alcune note di chiarimento che dovrebbero armonizzarla con la disciplina italiana.
L'altro aspetto, invece, è che le organizzazioni che già dispongono di un Sgssl certificato Ohsas 18001 avranno ben tre anni per migrare al nuovo standard prima che la 18001 venga ritirata dal 12 marzo 2021.

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