Rapporti di lavoro

Più creativo e «ispirato»: l’ufficio modello di Bosch

di Katy Mandurino

Si chiama Inspiring working conditions la filosofia che sta alla base della nuova cultura aziendale di Bosch. È una filosofia che concepisce nuovi luoghi per il lavoro e che si fonda su concetti come iniziativa, imprenditorialità, fiducia, flessibilità, trasparenza, collaborazione, comunicazione e assenza di gerarchie. A riprova che il concetto di diversa organizzazione dei luoghi del lavoro – e quindi del lavoro – è applicabile anche al settore della manifattura e non solo a quello dei servizi.

Bosch, gruppo tedesco specializzato nella fornitura globale di tecnologie e servizi – 390mila collaboratori nel mondo e ricavi per più di 73 miliardi di euro – ha ripensato le modalità degli ambienti lavorativi, realizzandoli in modo che siano sempre più “inspiring”. Lo ha fatto nelle sue sedi di tutto il mondo, ma in particolare in Italia, dove Bosch è presente con 20 sedi e quattro centri di ricerca (per un totale di 5.813 collaboratori e un fatturato di 2,4 miliardi).

Domenica scorsa Bosch ha inaugurato a Pavia di Udine il nuovo sito produttivo di Freud, società del gruppo che opera nello sviluppo, produzione e vendita di utensili come lame circolari, teste portacoltelli, punte, frese e componenti in metallo duro per la lavorazione di diversi materiali. L’azienda ha nell’Udinese quattro siti produttivi con un organico 600 collaboratori. Negli ultimi anni è cresciuta molto, soprattutto grazie alle esportazioni in Nord America e Cina, raggiungendo ricavi per circa 100 milioni (2017).

Il nuovo sito, realizzato in un anno e mezzo, di cui sei mesi dedicati alla progettazione, sorge su 30mila metri quadri, di cui 4mila destinati alla fabbrica e al magazzino e circa 2mila dedicati agli uffici. Uffici modernissimi, in cui sono già stati trasferiti poco più di cento collaboratori delle aree amministrazione, commerciale e ricerca e sviluppo. I nuovi spazi rispecchiano i dettami della tecnologia, cioè flessibilità e autonomia: i pc sono portatili e con connessione remota, le postazioni sono mobili, le macchine interconnesse, i monitoraggi si fanno in un flusso continuo dal tablet. Per lavorare con calma ci sono le “silent room”, per condividere o strutturare progetti ci sono gli “agile team”. «Lo spazio fisico è facile da cambiare – spiega Roberto Zecchino, vice presidente delle Risorse umane e organizzazione Bosch Sud Europa – ma la vera sfida è cambiare la mentalità verso il concetto di condivisione». A Udine le sale del nuovo stabilimento hanno colori accattivanti alle pareti, le superfici sono per lo più vetrate, le scrivanie si regolano e modulano a seconda di chi le usa; nessuno ha l’ufficio proprio e singolo, a partire dal numero uno della gerarchia, ognuno può sedersi dove trova libero, indipendentemente dal reparto di appartenenza. Ciascun dipendente ha il suo laptop e il lavoro è organizzato per obiettivi, progetti e gruppi di persone. «Sono percorsi che vanno affrontati gradualmente – aggiunge Zecchino -, ma da due anni a questa parte, periodo di sperimentazione della nostra filosofia, stiamo assistendo ad un aumento di produttività e di creatività tra i dipendenti e i feedback in termini di benessere e approcci positivi (dalle sedi di Cernusco sul Naviglio o di Milano, ad esempio, ndr) sono assolutamente gratificanti».

I nuovi comportamenti lavorativi sono la conseguenza, ma anche, in un certo senso, la causa, di nuovi modelli contrattuali, primo fra tutti lo smart working: «Lo concediamo a tutti per un giorno alla settimana – specifica il vice presidente delle Risorse umane -, ma stiamo pensando di portarlo a due giorni. Sta dando ottimi frutti». «Strumenti come lo smart working – continua il manager –, o il modello organizzativo per gruppi di lavoro, hanno contribuito a favorire una mentalità collaborativa; l’architettura aiuta laddove esiste questa mentalità collaborativa e laddove il top management dà messaggi molto chiari attraverso esempi concreti». Come, appunto, quello dell’assenza di uffici per il top management. «Ci sono armadietti dove poter tenere le proprie cose, che sono sempre di meno – ancora Zecchino – visto che oramai si lavora con device elettronici, l’archiviazione è digitale e non c’è più necessità di stampare. Negli ultimi anni ci stiamo organizzando secondo i dettami della fabbrica 4.0. Anche i diversi spazi ne sono una conseguenza».

In ottica 4.0 Bosch Italia ha investito nelle sedi produttive di Offanengo, Cremona (tempi di manutenzione ridotti), Bari (logistica intelligente) e Udine (oltre 500 macchine connesse). La nuova sede di Freud S.p.A. è anche prova dell’impegno nei confronti dell’ambiente. È stato installato un impianto fotovoltaico per aumentare l’efficienza energetica e la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Ad oggi i pannelli fotovoltaici occupano una superficie di quasi 600 metri quadri con una produzione “green” pari al consumo di circa 30 appartamenti. La nuova sede comprende un Test-lab dove vengono effettuati test sui macchinari industriali e sui prodotti, un’area riservata al magazzino e un reparto spedizioni. Nei prossimi mesi saranno trasferite anche linee di produzione di marcatura lame.

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