Rapporti di lavoro

Permessi elettorali per le elezioni amministrative

di Michele Regina

Domenica 10 giugno gli elettori dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario interessati dalle elezioni amministrative del 2018 sono andati alle urne per l'elezione diretta dei sindaci e dei consigli comunali, nonché per l'elezione dei consigli circoscrizionali.
L'eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 24 giugno.
Dette consultazioni amministrative per il 2018 riguardano 761 comuni italiani. Si vota anche in Sicilia e in Sardegna.
Gli enti in cui si vota sono così distinti:
1.109 comuni "superiori", cioè con più di 15.000 abitanti (più di 3.000 in provincia di Trento), e 652 "inferiori";
2.20 capoluoghi di provincia.
Con l'occasione si ricordano le disposizioni in materia per quanto attiene l'impatto nell'ambito del rapporto di lavoro.
I dipendenti che siano chiamati a svolgere funzioni presso i seggi, nella giornata del 10 giugno 2018 o del 24 giugno 2018, possono assentarsi dal lavoro per il periodo corrispondente alle consultazioni. In questo periodo si deve verificare quali siano i giorni lavorativi o meno, ciò in particolare per chi effettui lavori su turnazioni che prevedano anche la domenica.
Per le giornate lavorative, quali di solito il sabato per chi lavori su sei giorni, ovvero il lunedì successivo in caso di prosecuzione delle attività di scrutinio, il dipendente ha diritto allo stesso trattamento economico e normativo previsto come se avesse lavorato.
Per le giornate non lavorative, ovvero festive, quali la domenica- per chi non sia in turnazione in tale giorno- o il sabato per chi lavora su 5 giorni, queste saranno retribuite con tante quote della normale retribuzione giornaliera ovvero in alternativa con giornate di riposo compensativo.
Non dovrà essere prevista alcuna maggiorazione per turno festivo o straordinario presso il seggio perché il lavoratore è remunerato con quanto previsto per legge.
La scelta relativa alla opzione per le quote retributive o per i riposi compensativi per le giornate non considerate lavorative o festive non è agevole. La norma in verità non dispone con chiarezza di chi sia tale scelta, se del datore o del dipendente. Si consiglia di trovare l'accordo tra le parti.
È importante, inoltre, per quanto concerne il concetto di giornata da riconoscere a livello retributivo fare la seguente precisazione. La Cassazione con la sentenza n. 8712/2002 ha sancito che la prestazione di alcune ore nell'ultimo giorno di consultazione (in tal caso era di martedì) deve essere considerata intera giornata e non ad ore. Pertanto è irrilevante che l'impegno presso il seggio sia ridotto ad una ovvero ad alcune ore affinché vi sia il diritto alla corresponsione retributiva per l'intera giornata. I lavoratori devono produrre all'azienda la copia del certificato di chiamata al seggio e la certificazione firmata dal presidente del seggio con l'indicazione delle giornate di presenza al seggio e dell'orario di chiusura.
Nel caso di lavoratori che siano presidenti di seggio la certificazione è firmata dal vice-presidente. Quando invece i lavoratori dovranno recarsi in altri comuni per votare chiederanno permessi che saranno solo a loro carico.
In base all'articolo 2 della citata legge n. 178/1981, inoltre, le somme corrisposte dai datori di lavoro, sono deducibili dall'imponibile fiscale degli stessi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©