Rapporti di lavoro

Manager 4.0 per far crescere la produttività

di Claudio Tucci

L’accelerazione tecnologica e la competizione su scala globale chiedono «nuovi modelli di business»; il 67% di chi dirige una azienda ne è consapevole; e per questo, è importante poter contare su un management preparato e attento al cambiamento e alla ricerca di nuovi modelli di governance, agili e flessibili.

L’obiettivo «è far compiere alle nostre imprese il salto di qualità e di taglia indispensabile per competere alla pari sui mercati internazionali», ha sottolineato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Una necessità, visto che «avanziamo, sì, ma ancora troppo lentamente», ha aggiunto il numero uno di 4.Manager e Federmanager, Stefano Cuzzilla, presentando, ieri, a Roma, nella casa degli industriali, in viale dell’Astronomia, l’«Osservatorio mercato del lavoro e competenze manageriali» targato 4.Manager per favorire l’incontro tra i fabbisogni reali delle aziende e l’offerta di competenze manageriali.

Il punto è che la produttività del lavoro italiano (ultimi dati Eurostat) è cresciuta del 4% contro una media Ue del 10,5%, mentre la Germania viaggia tre volte più veloce. Restiamo, certo, la seconda potenza industriale d’Europa, e l’export di manifattura “tricolore” vale 450 miliardi di cui 250 verso il mercato comunitario. La concorrenza, tuttavia, è forte; la rivoluzione digitale corre veloce, tra Industria 4.0, digital innovation hub, competer center, scuola digitale, e serve “attrezzarsi”. Di qui la strada dell’alta specializzazione nei prodotti e nei processi, e la “contaminazione” creativa di nuovi modelli all’interno delle imprese. Anche perché, secondo uno studio condotto dal Boston Consulting Group, le aziende che innovano il proprio business hanno un vantaggio competitivo misurabile in +8,5% sugli utili nell’arco dei tre anni.

In questa partita i manager possono dire la loro. I primi spunti della ricerca «Management e innovazione dei modelli di business» che sta portando avanti l’Osservatorio di 4.Manager evidenziano come il 70% degli intervistati (un campione rappresentato da oltre 600 tra imprenditori e manager, ndr) consideri «molto importante» il contributo che il management può dare proprio nel promuovere l’innovazione dei modelli di business. Ai manager, infatti, è richiesta la capacità di anticipare le tendenze del mercato e di integrare trasversalmente asset e competenze, attraverso la combinazione di hard skills (competenze tecniche e specialistiche) e soft skills (quelle comportamentali), utili a rendere omogeneo il processo di cambiamento, a tutti i livelli.

L’ambizione è quella di spingere le imprese, pmi incluse, verso l’alto valore aggiunto e l’alta produttività; ed «è bene, quindi, che il manager affianchi le competenze dell’imprenditore nella nuova logica dell’impresa 4.0», ha detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.

Certo, il governo potrebbe favorire questo processo. «In legge di bilancio - ha sintetizzato il dg di Confindustria, Marcella Panucci - ci auguriamo che venga inserito un contributo, un voucher, per sostenere le imprese a inserire temporary manager, che possono durare massimo 12 mesi. Sarebbe un segnale di attenzione per favorire un passaggio complesso, specie per le aziende minori».

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