Assunzione del coniuge in una Srl artigiana
Di regola la prestazione lavorativa del familiare resa nell'ambito dell'impresa, in omaggio al principio della prestazione resa affectionis vel benevolentiae causa, è considerata gratuita, salvo la rigorosa prova contraria. In presenza di una società di capitali, tuttavia, la dimostrazione della sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato è più agevole. Come ha ammesso lo stesso Istituto nazionale previdenziale nella circolare 179/1989, per i lavoratori legati da vincoli di coniugio, parentela o affinità con soci amministratori ovvero soci di maggioranza di società di capitali, in via generale il rapporto di lavoro può essere convalidato in quanto il rapporto stesso intercorre con la società (dotata di personalità giuridica) e non con i singoli soci. Si ritiene, pertanto, il rapporto di lavoro subordinato configurabile. Si rileva tuttavia che nel quesito si riferisce che il marito è socio della SRL ma non si specifica la misura di tale partecipazione. Ove tale partecipazione gli conferisse una maggioranza tale da renderlo, di fatto, un socio dominante si verificherebbe una incompatibilità tra la sua posizione e la situazione di istituzionale soggezione al potere direttivo, organizzativo e disciplinare del datore di lavoro tipica del rapporto di subordinazione (e quindi potrebbero sorgere eccezioni in sede ispettiva). Peraltro in materia vi sono sentenze della Corte di cassazione che hanno riconosciuto la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato (purché genuino) anche in presenza del possesso da parte del socio lavoratore della maggioranza del capitale sociale (es. Cass. n. 21759 del 17 novembre 2004). Naturalmente il rapporto di lavoro subordinato, laddove configurabile, deve soddisfare ai requisiti tipici della specifica tipologia lavorativa: assoggettamento al potere direttivo e disciplinare del datore/società, percezione di una retribuzione predeterminata assoggettata alle ritenute fiscali e contributive applicabili al lavoro dipendente ec..
