Rapporti di lavoro

Tre disegni di legge tutti al palo

di Antonello Cherchi

Il tema dell’equo compenso non scalda i cuori dei parlamentari. Ci sono almeno tre disegni di legge in materia che attendono di essere esaminati. Nessuno, però, è andato oltre la semplice presentazione. Due proposte - quella (atto Senato 1119) presentata come prima firmataria dalla senatrice grillina Tiziana Drago e l’altra (atto Camera 620) dell’0norevole di Forza Italia Claudia Porchietto - devono ancora essere assegnate alle commissioni. E se il primo Ddl è arrivato in Parlamento agli inizi di marzo, l’altro ha ormai quasi un anno di vita.

Un passo in più l’ha compiuto la proposta (atto Camera 862) a firma Luca Pastorino (Leu), che lo scorso dicembre è stato assegnato alla commissione Lavoro della Camera, che, però, ancora non l’ha presa in considerazione.

Quest’ultimo disegno di legge si muove su un perimetro più ampio rispetto alle altre due, che si concentrano sull’applicazione dell’equo compenso nelle professioni. La proposta di Pastorino, invece, include anche il tema delle garanzie di chi è impiegato nel cosiddetto “lavoro digitale” (per esempio, i fattorini del food delivery). Una parte del Ddl è, però, riservato al tema dell’equo compenso, da riconoscere - si legge nella relazione - «a tutte le attività lavorative svolte in forma autonoma, specie quelle ove si determina una disparità di potere nei rapporti con la committenza». L’obiettivo è garantire un compenso professionale «proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto».

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