Rapporti di lavoro

Solo sospese le qualifiche in uniemens

di Barbara Massara e Matteo Prioschi

L’obbligo di indicare nel flusso uniemens la qualifica professionale dei lavoratori non è stato eliminato ma solo sospeso.

L’11 marzo (si veda il Sole 24 Ore del 12 marzo), il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, con un comunicato stampa e facendo riferimento a una nota ricevuta dall’Inps, ha annunciato che l’istituto di previdenza aveva accolto le richieste della categoria. Di conseguenza «le qualifiche professionali Istat...non dovranno più essere esposte nel modello uniemens aziendale» e gli alert di errore sono stati eliminati.

Ieri l’Inps, sempre con un comunicato stampa, ha affermato che «che la segnalazione di errore è stata rimossa solo temporaneamente e, pertanto, il campo previsto per l’indicazione del codice professione non è stato eliminato dal flusso uniemens. Le denunce inviate nel periodo di adattamento transitorio, prive della citata informazione, saranno regolarmente processate, analogamente a quanto avverrà per le denunce contenenti la qualifica professionale.La rimozione temporanea del controllo è stata disposta per consentire ai datori di lavoro la completa ricognizione dei codici professione dei propri dipendenti, da esporre nella procedura di trasmissione flussi nel momento in cui tale elemento sarà richiesto come obbligatorio».

Quanto durerà il periodo transitorio e quando le qualifiche diverranno obbligatorie non è però stato comunicato. Forse un messaggio ufficiale e completo al riguardo sarebbe utile più dei comunicati stampa.

L’Inps ha anche risposto alla richiesta dell’Ordine dei consulenti di eliminare l’obbligo di indicare il trattamento economico di malattia (messaggio 803/2019), precisando che tale informazione non può essere conosciuta dall’istituto se derivante da contratti territoriali, aziendali o individuali.

Considerata la rarità della casistica (contratto collettivo di secondo livello che, nonostante l'obbligo del versamento del contributo di malattia, preveda che l'onere del trattamento economico sia a carico dell'azienda), sarebbe stato preferibile che il dato fosse richiesto solo per le imprese interessate e non per la totalità dei datori di lavoro che sono costretti a trasmettere flussi sempre più pesanti e carichi di informazioni e dati, con rischi di blocchi e di errore sempre più elevati.

La sospensione dell'indicazione della qualifica, secondo Vincenzo Silvestri, consigliere del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti, è comunque segno che le richieste avanzate dalla categoria sono state accolte, tanto più che il mancato inserimento dell'informazione in precedenza costituiva un errore bloccante. Tuttavia nemmeno al Consiglio nazionale è stato comunicato quanto durerà il periodo transitorio «e mi auguro – afferma Silvestri – che la temporaneità non si interrompa improvvisamente ma ci sia un confronto». E per quanto riguarda il dato sul trattamento di malattia, Silvestri sottolinea che anche questo errore è bloccante e che occorre fornire un tempo congruo agli operatori per adeguarsi alle novità che vengono introdotte.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©