Rapporti di lavoro

Verso la tutela degli studi chiusi per Covid

di Federica Micardi

Sospensione degli adempimenti di 45 giorni, senza ripercussioni, per il professionista che non riesce a rispettare i termini perché ha contratto il Covid-19. Lo prevede l’emendamento A.S. 2144 presentato ieri (primo firmatario il senatore Andrea de Bertoldi) con un appoggio bipartisan, ad eccezione del M5S che presenterà un proprio emendamento sullo stesso tema.

L’emendamento sancisce che la mancata trasmissione di atti o documenti e il mancato pagamento entro i termini non siano rilevati come un mancato adempimento verso la pubblica amministrazione - che fa scattare la decadenza dalla facoltà - e non costituiscano un inadempimento connesso alla scadenza dei termini. La sospensione dei termini si applica se tra le parti esiste un mandato professionale precedente la malattia; il contagio va dimostrato con la carta di ricovero in ospedale o attraverso il certificato medico da inviare con raccomandata A/R negli uffici della Pa (che dovrà disciplinare le modalità operative di ricezione, e anche quelle di ravvedimento). Gli adempimenti sospesi vanno eseguiti entro sette giorni una volta conclusa la sospensione di 45 giorni. De Bertoldi è il primo firmatario di un disegno di legge sulla malattia professionale (Ddl A.S. 1474) che però vede allungarsi i tempi di approvazione. Da qui l'idea di prevedere nel Dl Sostegni almeno una tutela per chi contrae il virus.

Questo emendamento risponde a una necessità segnalata anche dal Consiglio nazionale dei commercialisti; il vicepresidente Giorgio Luchetta ricorda che «sono davvero tanti i colleghi che hanno contratto il virus e che ci segnalano l’impossibilità di rispettare le scadenze degli adempimenti». Apprezzamento per l’iniziativa arriva anche dall’Associazione nazionale commercialisti guidata da Marco Cuchel.

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