Rapporti di lavoro

Lauree abilitanti, lavoro più vicino per dentisti, farmacisti e psicologi

di Antonello Cherchi e Valeria Uva

Ci sono 18 professioni che possono puntare alla laurea abilitante. Sono quelle contemplate dal disegno di legge Manfredi - dal nome del ministro dell’Università nel Governo Conte-bis che ha presentato la proposta- ora all’esame in prima lettura alla Camera. Domani scade il termine per la presentazione degli emendamenti. Il provvedimento (atto Camera 2751) ha subito un’accelerata nei giorni scorsi, proprio mentre anche il Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) sottolineava, in un sintetico passaggio, la necessità di semplificare le procedure delle abilitazioni, così da anticipare l’ingresso nel mondo del lavoro.

L’idea è quella di eliminare il tempo che oggi intercorre tra la laurea e l’esame di Stato, che si dilata fino a qualche anno nel caso di professioni che richiedono il tirocinio. Il Pnrr rilancia la proposta del Ddl Manfredi: far coincidere laurea ed esame di Stato. Il piano non va oltre, mentre nel Ddl si spiega che il giorno della laurea il candidato dovrebbe sostenere anche una prova pratica di fronte a una commissione allargata a professionisti del settore che ne valuterebbero sia la preparazione teorica sia quella pratica, quest’ultima appresa grazie a un tirocinio durante il corso di studi. Una soluzione già adottata per i medici, che dall’anno scorso hanno la laurea abilitante.

Il percorso disegnato dal Ddl Manfredi non è, però, semplice. Intanto perché le 18 professioni chiamate in causa - restano, per il momento, esclusi dalla riforma architetti, avvocati, dottori commercialisti ed esperti contabili, notai, consulenti del lavoro, ingegneri - possiedono percorsi di accesso all’esame di Stato differenti (si veda la scheda a fianco). In secondo luogo, perché in quasi tutti i casi si tratta di rivedere i corsi di laurea, a partire dal fatto che in diverse situazioni deve essere inserito il tirocinio durante l’ultima parte degli studi.

Le categorie interessate, tuttavia, non sono insensibili alla riforma. Per quattro di esse - odontoiatri, farmacisti, psicologi e veterinari - il futuro è tracciato: se il Ddl Manfredi dovesse arrivare in porto nell’attuale versione, avrebbero la laurea abilitante. A loro si unirebbero i periti agrari, gli agrotecnici, i periti industriali e i geometri, che potrebbero sostenere direttamente l’esame di Stato una volta ottenuta la laurea triennale, che dal prossimo anno accademico per loro sarà anche professionalizzante (si veda l’articolo in basso). Per altre dieci professioni - dottori agronomi, tecnologi alimentari, chimici, biologi, attuari, pianificatori, paesaggisti, conservatori, assistenti sociali e geologi - la laurea abilitante sarebbe una possibilità lasciata alla valutazione del Consiglio nazionale di ciascuna categoria, chiamato a farsi promotore della richiesta.

Le categorie escluse

Non cambia il percorso dei commercialisti, per i quali l’unica possibilità di accorciare i tempi di accesso resta quella di anticipare 6 mesi su 18 del tirocinio durante il corso di laurea. Il presidente del Consiglio nazionale, Massimo Miani, è contrario a modifiche: «La pratica professionale è indispensabile per completare la preparazione teorica». Miani insiste sulla specializzazione: «All’attuale tirocinio andrebbe aggiunto un periodo di formazione specialistica per adattarsi a un mercato che richiede profili diversificati».

Vanno addirittura controcorrente gli architetti: per loro il tirocinio non è obbligatorio e in molti si abilitano subito dopo la laurea. «Percorso da riformare - avverte Paolo Malara, consigliere nazionale -. Così com’è, senza esperienza e a ridosso della laurea, l’esame di Stato ha perso valore». Già oggi gli Ordini attivano praticantati volontari. «Per renderli obbligatori, così come chiedono anche le regole Ue - ricorda Malara - servirebbe una norma attuativa che chiediamo di inserire proprio nel disegno di legge Manfredi».  

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