Rapporti di lavoro

La sostenibilità? Parte dalle risorse umane

di Cristina Casadei

Non esiste un giorno in cui la sostenibilità non faccia il suo ingresso nelle nostre case, attraverso questioni che si intrecciano fortemente con la vita. E quindi con il lavoro e la gestione delle persone.

Fabio Parmeggiani, vice presidente HR, Schneider Electric Italia, che ha 3mila addetti e si occupa della trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione spiega che «come azienda facciamo propri gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che sono integrati e monitorati nel nostro bilancio “non finanziario”, Schneider Sustainability Index, sotto forma di undici obiettivi per tutto il gruppo, cui si aggiunge un obiettivo che ogni paese deve scegliere e perseguire a livello locale. Questi obiettivi definiscono la sostenibilità in un’ottica globale, che riguarda l’ambiente, ma anche la società e le opportunità per le persone, e la capacità di restituire valore ai territori in cui si opera».

Per capire quale sia il sentiment delle imprese rispetto al tema della sostenibilità a 360°, Odm consulting (Gi group) ha sentito 200 aziende coinvolgendo 117 responsabili nella funzione HR e 83 imprenditori e amministratori delegati per capire quanto fossero attive. Il 64,5% ha detto di essere interessato al tema o nella fase iniziale di implementazione di politiche o progetti di sostenibilità. Quasi un’impresa su tre (il 29%) è invece già attiva o ha conseguito una delle due certificazioni più diffuse: ISO 14-001 e B-Corp.

Per la gran parte delle aziende la sostenibilità, però, «non è affatto una moda – commenta Stefano Porta, amministratore delegato di Odm Consulting - né si limita all’attenzione all’impatto ambientale. È bensì un concetto olistico, un modo di intendere l’organizzazione in tutti i suoi aspetti, che conduce alla generazione di valore nel tempo sia per l’impresa che per le persone, attraverso un uso più efficiente delle risorse e processi di continuo cambiamento e innovazione».

Daniela Daverio, Coo di Eolo, la società di tlc che ha 500 addetti e un indotto di 15mila persone, racconta che «l’avvento della pandemia ha avuto un impatto profondo su cosa significa “mettere il dipendente al centro”. La retorica a cui eravamo abituati ha dimostrato infatti tutti i suoi limiti, vedendo letteralmente esplodere i casi di burn out e la scelta di molti professionisti di abbandonare il proprio lavoro alla ricerca di una migliore qualità della vita. Declinare il concetto di sostenibilità per le risorse umane oggi vuol dire interrogarsi non solo su cosa significhi attrarre talenti, ma anche come prendersi cura di loro supportando il miglior bilanciamento possibile fra vita e lavoro. Le pratiche di flessibilità e il programma di smart working sono solo alcuni degli accorgimenti con cui Eolo gestisce il benessere psico-fisico delle persone».

L’efficacia e l’efficienza organizzativa rappresentano il tema alla base dell’interesse verso la sostenibilità per il 65% degli intervistati, seguita da attenzione ad ambiente e sviluppo dell’economia circolare nel 55% dei casi, equità e gestione della diversità nel 46% ed empowerment e sviluppo delle persone nel 34%. L’importanza della cultura (valori, mindset e comportamenti delle persone) e l’efficientamento dei processi, oltre all’aspetto di impatto ambientale sono confermate come priorità di azione per rendere un’organizzazione sostenibile: ai progetti di riduzione degli sprechi (44,5%) seguono immediatamente le azioni incentrate su mindset, valori e comportamenti delle persone (39%), prima ancora di progetti di efficientamento dei processi (28%).

Tra le altre priorità, anche l’implementazione di modelli organizzativi “agili” nel 26% dei casi e le politiche di diversity e inclusion in un’azienda su cinque. Parmeggiani, a questo proposito parla di «cruciale impegno per fare in modo che tutti possano sviluppare le loro capacità e talenti in modo inclusivo dando così il contributo ad una strategia di business che si basa proprio sullo sviluppo di soluzioni digitali e sostenibili». Le aziende più impegnate sul tema della sostenibilità, secondo quanto spiegano da Odm Consulting, sono anche quelle con il compensation più flessibile e trasparente. In Eolo , Daverio parla di «particolare attenzione ad attribuire il giusto compenso economico ai propri dipendenti, di modo che rifletta il loro effettivo valore, l’esperienza e l’impegno. L’azienda distribuisce circa il 21% dei profitti come bonus ai lavoratori».

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