Rapporti di lavoro

Si tratta su licenziamenti, Cig e contratti a termine

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Il governo si affida ad un mix di strumenti per gestire la progressiva uscita dalle misure emergenziali con l’obiettivo di attutire le ripercussioni negative sull’occupazione: a partire dall’estensione del contratto d’espansione, con i prepensionamenti che potrebbero interessare anche le imprese al di sotto dell’attuale limite di 100 dipendenti ed essere collegati ad incentivi che favoriscano nuove assunzioni.

Allo studio anche il contratto di solidarietà allargato alle imprese che hanno perdite di fatturato inferiori a quel tetto del 50% indicato dal Dl Sostegni Bis (l’ipotesi è di portare l’asticella al 30%). Si ragiona anche di modifiche al decreto Dignità sui contratti a termine, per ammorbidire ulteriormente le causali e dare più spazio alla contrattazione collettiva, inclusa quella aziendale. Fino al delicato tema del blocco dei licenziamenti per alcuni settori dell’industria più in difficoltà (tessile) accompagnato però da nuove settimane di cig covid gratuita per le imprese.

Il dossier è in mano ai tecnici di palazzo chigi, del ministero del Lavoro e del Mef, che stanno elaborando le prime simulazioni sui costi; l’ipotesi prevalente è che queste norme entreranno nel Dl Sostegni bis, con un emendamento del governo. Considerando che il provvedimento verrà convertito in legge dopo il 30 giugno, quando scadono le procedure emergenziali, si pensa di fare una norma che avrà entrata in vigore “retroattiva”.

Il tema è cotruire una “cassetta di attrezzi” che servirà per gestire questa difficile fase di graduale uscita dall’emergenza: «Ho sempre pensato che più strumenti ci sono e meglio è - ha spiegato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando-. A questo punto credo si tratti di attendere anche il confronto in atto tra forze politiche e forze sociali, mi asterrei dal continuare a formulare ipotesi a distanza. Se maturerà una volontà politica di costruire strumenti in più, credo sia un fatto positivo, altrimenti gestiremo questo passaggio con gli strumenti di cui disponiamo».

La proposta del ministro Orlando di un blocco selettivo dei licenziamenti per i settori dell’industria ancora in difficoltà è stata rilanciata ieri dal sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon: «Sì allo sblocco dei licenziamenti dal 1 luglio in tutti i settori che possono ripartire e riorganizzarsi - spiega l’esponente leghista-, ma nei comparti particolamente provati dalla crisi, se guardiamo alla cassa integrazione ordinaria Covid, che scade a giugno, ci sono circa 140mila lavoratori della moda e del tessile tra i 480mila totali. Questo è un settore che, dati i numeri della Cig andrebbe protetto, sul resto abbiamo cifre che ci permettono di reggere. Sblocchiamo i licenziamenti, e facciamo una norma specifica per i settori in crisi forte, con quote di Cig del 30, del 40%».

L’altro strumento di sostegno è la rete di ammortizzatori sociali, oggetto del tavolo di riforma con le parti sociali e il ministro Orlando che per fine mese ha anunciato un testo da portare poi in consiglio dei ministri a luglio, per fare approvarla con la prossima legge di Bilancio: «Dal blocco dei licenziamenti, che solo in Italia continua a sussistere - ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervenendo all’evento «Made in Italy: setting a new course» de Il Sole 24 Ore e Financial Times- , si deve uscire con un sistema di ammortizzatori sociali che permetta a chi esce di poter avere un reddito e poter essere assistito e accompagnato al reingresso nel mondo del lavoro. Gestendo questa fase transitoria, tenendo conto delle specificità di ogni singolo settore. Ci sono alcuni che sono stati più colpiti. La risposta deve essere graduata e differenziata rispetto al tipo di danno che la pandemia ha provocato».

Ma guardando ai numeri del mercato del lavoro, trainato dai contratti a termine, il sottosegretario al lavoro, Tiziana Nisini, propone di «renderli più flessibili per consentire alle imprese di ripartire, ricordando che è meglio un occupato a termine di un disoccupato».

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