Rapporti di lavoro

Firmato il protocollo per il contrasto allo sfruttamento del lavoro agricolo e al caporalato

di Antonio Carlo Scacco

Favorire l'attivazione di più efficaci sinergie interistituzionali dalle quali possa derivare, anche in sede locale e, in particolare, nelle aree qualificate a più elevato rischio di sfruttamento lavorativo, un dinamico avanzamento dell'attuazione delle misure previste dal Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022). È quanto prevede il protocollo sottoscritto il 14 luglio tra l'Anci (l'Associazione nazionale dei comuni italiani) e i ministeri dell'Interno, del Lavoro e delle Politiche agricole e forestali.

Come si ricorderà, il decreto del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali 4 luglio 2019 aveva previsto la istituzione del tavolo operativo per la definizione di una nuova strategia di contrasto al lavoro nero o grigio in agricoltura.

Tra i compiti assegnati al tavolo, si segnalano quelli di indirizzo e programmazione delle attività finalizzate al contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura, il coordinamento delle azioni mirate alla prevenzione del fenomeno, la condivisione delle buone prassi, la elaborazione di proposte normative.

Uno dei primi atti posti in essere dal tavolo, nel febbraio dello scorso anno, è stata la approvazione del piano triennale (2020-2022) di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato. Proprio in quest'ultimo settore, infatti, come testimoniato da recenti episodi di cronaca, si verificano i casi più eclatanti di sfruttamento della manodopera.

Tra gli impegni assunti specificamente dal dicastero del Lavoro nell'ambito del protocollo, si segnala la azione di supporto a favore delle amministrazioni comunali, anche attraverso una mappatura puntuale del territorio nazionale per l'individuazione delle aree esposte a maggiore rischio. Tale azione sarà supportata da concrete azioni di recupero sostenute da un meccanismo nazionale di referral in grado di permettere l’identificazione, l'assistenza e il reinserimento nel contesto sociale e lavorativo dei lavoratori vittime dello sfruttamento, eventualmente anche con la predisposizione di percorsi personalizzati nell'ambito delle politiche attive del lavoro. Ma saranno anche approntate (o rafforzate) apposite task force multiagenzia che prevedano anche la presenza della figura del mediatore culturale, in collaborazione con l'Ispettorato nazionale del lavoro.

Si prevede, inoltre, l’ istituzione di una consulta che avrà il compito di individuare le soluzioni più performanti per l'attuazione del protocollo e la realizzazione degli impegni in esso previsti nonché l'analisi dei risultati conseguiti e la diffusione territoriale di buone prassi. Saranno ammessi a partecipare ai relativi lavori soggetti pubblici o privati, o individui di comprovata esperienza negli ambiti oggetto del protocollo.

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