Rapporti di lavoro

D-Day del 15 ottobre: 23 milioni di addetti all’esame green pass. I punti chiave in 20 risposte

Doppio ordine di monitoraggio sui luoghi di lavoro e nei confronti delle aziende. Allo studio di Sogei una app che potrebbe consentire di effettuare verifiche «generali, massive e preventive»

di Valentina Melis, Serena Uccello, Valeria Uva

È la settimana del debutto del green pass come strumento indispensabile di accesso al lavoro, per 14,6 milioni di dipendenti da aziende private, 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 4,9 milioni di autonomi. Dal 15 ottobre, tutti dovranno avere ed esibire su richiesta la certificazione verde che attesta la vaccinazione anti-Covid, l’avvenuta guarigione dall’infezione o la negatività a un tampone.

Chi non ha il pass, sarà considerato assente ingiustificato e non riceverà più lo stipendio, fino all’acquisizione della certificazione, e comunque non oltre il 31 dicembre, che al momento è la data finale dello stato di emergenza sanitaria.

Le linee guida messe a punto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri -dipartimento per la Funzione pubblica per il pubblico impiego precisano che oltre alla retribuzione, non saranno più versati al lavoratore senza green pass neanche i contributi. Lo stop riguarda cioè - si legge - «qualsiasi componente della retribuzione (anche di natura previdenziale) avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario (...), previsto per la giornata di lavoro non prestata». Sempre secondo le indicazioni impartite per la Pa, i giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano per i giorni non lavorati la perdita di anzianità di servizio.

Sanzioni salate

Le sanzioni sono salate e sono persino più alte per i lavoratori che per i datori. Il datore che non controlla il rispetto delle regole sul green pass rischia una sanzione da 400 a mille euro. Il lavoratore che accede al lavoro enza green pass, è sanzionato con una multa che va da 600 a 1.500 euro. Le multe saranno irrogate dal prefetto.

I nodi aperti restano tanti, come si legge dalle domande qui a fianco, dall’esecuzione materiale dei controlli alla tutela della privacy dei lavoratori.

Dalle norme emanate finora, si capisce che ci sarà un doppio ordine di verifiche. A “denunciare” al prefetto la presenza di lavoratori senza green pass potranno essere, dall’interno dell’azienda il datore o le persone alle quali ha assegnato l’incarico delle verifiche.

Dall’esterno, le aziende potranno essere controllate dagli ispettori del lavoro e delle Asl (come spiega il direttore dell’Inl nell’intervista a pagina 3), dei quali si avvalgono i prefetti nei controlli anti-Covid.

L’organizzazione del lavoro

A soccorrere i datori di lavoro nella organizzazione delle presenze, per non dover scoprire ogni mattina che ci saranno alcuni lavoratori assenti, c’è una norma del Dl «Capienze», varato il 7 ottobre dal Consiglio dei ministri, secondo la quale il datore potrà richiedere preventivamente, per «specifiche esigenze organizzative volte a garantire l’efficace programmazione del lavoro» se il lavoratore ha il green pass oppure no. Questo dovrebbe consentire a chi organizza i turni di lavoro (ad esempio nei trasporti) di sapere in anticipo su quante persone potrà contare.

A facilitare i controlli dovrebbe arrivare poi una nuova versione della App «Verifica C19», alla quale stanno lavorando senza sosta i tecnici di Sogei, il braccio operativo del Mef per l’It, con l’obiettivo di arrivare in tempo per la scadenza del 15 ottobre.

L’idea è quella di arricchire con nuove funzionalità l’App già usata oggi da ristoranti, palestre e così via, da modulare a seconda dell’utilizzatore finale (pubblico o privato), quasi come una “libreria digitale”. Il tutto per arrivare a semplificare la fase di verifica ed evitare criticità e code in entrata nei luoghi di lavoro. Si punta per questo a controlli anticipati e massivi, anche attraverso il codice fiscale dei soggetti da controllare. Ma sono ancora in corso le interlocuzioni con il Garante della privacy, per il via libera definitivo.

I lavoratori esclusi

Un tema delicato è quello dei lavoratori esclusi dall’obbligo di green pass perchè esentati dalla campagna vaccinale per motivi di salute. Questi lavoratori dovranno avere un certificato che attesta la loro situazione, ma dovranno essere particolarmente tutelati perchè i dati sulla salute sono sensibili. Su questo fronte saranno coinvolti i medici aziendali, come spiega Pietro Antonio Patané, presidente di Anma, l’associazione che li raggruppa: «Ci occuperemo dei lavoratori esentati. La legge - spiega - è molto chiara sulle caratteristiche che devono avere le certificazioni. Nei casi di certificazioni dubbie o non conformi, il datore di lavoro farà riferimento a noi. Così come per la gestione di questi lavoratori, che in quanto non vaccinati possono essere anche lavoratori fragili, la cui fragilità non era finora emersa».

«La tutela della privacy sarà un punto molto delicato», rileva Tatiana Biagioni, presidente dell’Agi, Avvocati giuslavoristi italiani. «E sono diversi i nodi da sciogliere - aggiunge - nell’iter di conversione del Dl 127/2021 sul green pass: doppi controlli sui lavoratori, esenzioni, sanzioni, ricadute nelle aziende con meno di 15 dipendenti e smart working».

Le domande chiave

Dalla titolarità dei controlli sul green pass alla tutela della privacy del lavoratore, dalle sanzioni economiche per le violazioni agli effetti dell’assenza ingiustificata del lavoratore senza certificazione sulla busta paga. Sono diverse le questioni che si porranno ai datori di lavoro pubblici e privati dal 15 ottobre, data di debutto dell’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati. In queste pagine proviamo a sciogliere alcuni dei fondamentali nodi.

1

dipendenti

Chi controlla
violazioni all’ingresso

Chi può controllare, materialmente, le violazioni dell’obbligo del green pass dei dipendenti che entrano in azienda?

Ad effettuare le verifiche può essere direttamente il datore di lavoro (si pensi alle piccole aziende) oppure possono procedere uno o più incaricati appositamente designati dal datore. Qualche problema può sorgere nel caso in cui il datore di lavoro svolga anch’esso un’attività lavorativa; in tale ipotesi, pare che anch’egli sia tenuto al possesso del green pass, avendo cura di nominare una persona diversa per il controllo del proprio certificato.

2

esterni

Verifiche su fornitori
e contratti esterni

Gli esterni che entrano in azienda devono avere il green pass? Se sì, chi può controllarne il regolare possesso?

Sono soggetti al controllo tutti i lavoratori che prestano attività lavorativa nei luoghi di lavoro, anche a titolo di formazione o volontariato, sulla base di contratti esterni. Quindi, l’onere del controllo in capo al datore di lavoro non si limita ai propri lavoratori ma si estende nei confronti di coloro che svolgono attività in quel luogo di lavoro e anche ai fornitori.

3

irregolarità

Tocca al datore
segnalare al Prefetto

Chi deve segnalare le violazioni dell’obbligo di green pass in azienda al prefetto?

Questo compito spetta al datore di lavoro, anche per il tramite dei verificatori incaricati ove designati, che deve limitarsi ad informare su quanto ha accertato.

4

accertamenti

Carta d’identità
a richiesta

Chi esegue i controlli in azienda può chiedere il documento di identità al lavoratore?

Sì può chiederlo. La normativa lo prevede, con la finalità di accertare l’identità personale del lavoratore.

5

norme in progress

La richiesta anticipata di certificato verde

L’azienda può chiedere ai lavoratori, in via generale, se sono muniti del green pass o se lo avranno nei giorni successivi (a scopo di organizzazione interna)?

Il controllo del possesso del green pass può avvenire solo a partire dal 15 ottobre ed esclusivamente con le modalità previste dal Dl 127 (mediante l’app “VerificaC19”) senza possibilità di richiedere informazioni ulteriori. Tuttavia, è stata approvata una norma che consente, per esigenze organizzative, di chiedere in anticipo ai lavoratori se sono muniti di green pass (senza l’obbligo di esibirlo prima).

6

i paletti

Si traccia solo
l’avvenuto controllo

Quale traccia può tenere il datore di lavoro privato dei controlli?

Il datore non può trattenere documenti o dati in fase di verifica: semmai è ammesso (e consigliabile) tracciare l’avvenuto controllo, istituendo una sorta di registro o altra modalità che riporti indicazione della data ed orario della verifica, del soggetto accertatore, di quello verificato e dell’esito del controllo.

7

prima del 15 ottobre

Responsabile
con delega scritta

Come deve essere incaricato il responsabile dei controlli in azienda?

L’incarico deve avvenire tramite una delega scritta predisposta dal datore di lavoro prima del 15 ottobre prossimo, contenente le linee guida per effettuare le verifiche.

8

il «controllore»

La formazione
è opportuna

Chi è responsabile dei controlli in azienda deve fare una formazione ad hoc?

Le disposizioni in materia non la prevedono ma risulta opportuno affinché i controlli avvengano in ossequio al Dl 127, oltre che per consentire al datore di lavoro di aver operato in conformità alla norma. Peraltro, l’incaricato dei controlli – oltre a verificare le certificazioni verdi – dovrà essere edotto per accertare le eventuali violazioni.

9

gli incaricati

Non esclusi
i vigilantes esterni

Si possono incaricare dei controlli i vigilantes esterni presenti in azienda?

La norma non esclude che soggetti esterni possano essere incaricati delle verifiche. In ogni caso è opportuno tracciare questi aspetti all’interno di una policy riferita all’organizzazione operativa dei controlli, tenendo anche conto dei profili in materia di privacy.

10

violazioni ripetute

La multa all’azienda può raddoppiare

Se in un’ispezione si accerta che un lavoratore sta lavorando senza green pass da diversi giorni, la sanzione da 400 a mille euro a carico del datore si moltiplica?

In caso di mancata verifica del green pass, qualora la violazione sia reiterata, la sanzione in questione è raddoppiata. In attesa di chiarimenti ufficiali, non si può escludere che questa sanzione possa essere applicata in relazione a ciascuna giornata in cui è stata accertata la violazione.

11

gli enti preposti

Impresa controllata
da Asl e Ispettorato

L’azienda può subire controlli da parte di enti esterni? Se sì, quali?

Gli accertamenti possono essere condotti dal personale ispettivo dell’azienda sanitaria locale e – nella sfera di competenza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – dell’Ispettorato nazionale del lavoro competente per territorio. Inoltre, possono verificare l’osservanza del 127/2021 le Forze di polizia, il personale di polizia municipale dotato della qualifica di agente di P.S. e, ove occorra, le Forze armate.

12

assenze ingiustificate

Niente ferie per chi
è senza green pass

Il lavoratore senza green pass può essere messo in ferie dal datore?

La norma pare escludere questa possibilità perché prevede che, qualora il lavoratore, dal 15 ottobre, sia sprovvisto di green pass, si configuri automaticamente l’ipotesi dell’assenza ingiustificata.

13

senza green pass

La retribuzione
è persa a 360 gradi

Il lavoratore senza green pass è, in generale, assente ingiustificato. Come impatta questa assenza sulla sua busta paga e sui contributi?

Comporta la perdita della retribuzione per tutte le giornate in cui il lavoratore non sia in grado di esibirlo: gli effetti impattano anche sulla retribuzione indiretta e differita, compresa la maturazione del Tfr. Ciò determina anche la mancata copertura ai fini pensionistici nonché una serie di altre conseguenze: si pensi all’esclusione dei giorni di assenza dal perimetro di quelli utili ai fini delle detrazioni fiscali o del trattamento integrativo oppure al riproporzionamento dell’eventuale spettanza di permessi ex legge 104/1992 così come dell’assegno nucleo familiare.

14

appalti

Verifiche su tutti
i lavoratori

L’impresa edile che ha un cantiere deve controllare il green pass ai lavoratori che dipendono da un’altra impresa (ad esempio in caso di appalto)?

La verifica del green pass va effettuata anche nei confronti dei lavoratori che accedono al luogo di lavoro di cui l’impresa ha la titolarità: quindi, anche i lavoratori dipendenti di altre aziende ovvero i lavoratori autonomi ai quali sono state affidate fasi lavorative.

15

lavoro somministrato

L’utilizzatore deve
controllare (con dubbi)

L’azienda utilizzatrice è responsabile dei controlli del green pass sui lavoratori somministrati?

Secondo le indicazioni fornite da Assolavoro, il certificato verde deve essere verificato dall’utilizzatore; la norma sul punto si presta tuttavia ad interpretazioni ambigue.

16

all’amministratore

Dichiarazione scritta sul portinaio esterno

Il portiere di un condominio, se dipendente da un’azienda esterna tipo cooperativa, da chi deve essere controllato?

Premesso che non ci sono istruzioni precise al riguardo, l’Anaci, associazione di amministratori a livello nazionale, consiglia «in via cautelativa che l’amministratore richieda alle imprese dichiarazione scritta che i loro dipendenti inviati presso il condominio siano muniti di green pass». Sarebbe comunque opportuno che l’amministratore o un delegato verifichino il green pass.

17

professionisti

Studi associati, vale
il legale rappresentante

Nel caso di studio associato di soli liberi professionisti, come si individua il responsabile dei controlli?

Il responsabile è colui che riveste la qualifica di datore di lavoro, normalmente identificabile nel legale rappresentante. Diversamente, può essere designato un addetto al controllo.

18

negli studi

Chi paga le sanzioni
per le irregolarità

Nel caso di studio associato di più liberi professionisti, a chi spetta l’onere di pagare eventuali sanzioni per irregolarità sul green pass?

In questo caso il responsabile della violazione va individuato in chi ha la legale rappresentanza dello studio, ovvero in colui che riveste formalmente la qualifica di datore di lavoro.

19

non ci sono indicazioni

Clienti (per ora)
senza verifiche

Anche i clienti dei professionisti quando accedono in studio devono esibire green pass? Se sì chi ha l’obbligo di controllare?

Al momento la norma prevede i controlli solo nei confronti dei lavoratori e non sono state fornite indicazioni ufficiali su questo tema. È però auspicabile definirne l’esatta portata in sede di conversione del decreto, viste anche le sollecitazioni avvenute sul punto in sede di audizione parlamentare.

20

personale domestico

La famiglia deve
controllare la colf

La famiglia deve controllare se la colf, badante o baby sitter ha il green pass?

Si, è stato anche precisato da una Faq del Governo. La sanzione per il datore di lavoro che non controlla va da un minimo di 400 euro a un massimo di mille euro. Per il lavoratore che si reca al lavoro senza green pass, la sanzione va da 600 a 1.500 euro.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©