Rapporti di lavoro

Europa, più obblighi di vaccino: in Italia per 4 milioni di lavoratori

Il Dl 172/2021, varato dal Governo per far fronte alla nuova ondata della pandemia, estende la necessità della vaccinazione per lavorare al personale scolastico, della difesa, sicurezza, polizia locale, e a coloro che lavorano a qualsiasi titolo nelle strutture sociosanitarie. Nuovi obblighi vaccinali in arrivo in Austria, Belgio, Germania

di Giampiero Falasca e Valentina Melis

L’obbligo di vaccino anti-Covid si allarga fra i lavoratori, in Italia e in Europa. Il Dl 172/2021 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 282 del 26 novembre), varato dal Consiglio dei ministri per contenere la nuova ondata della pandemia estende l’obbligo del vaccino a tutto il personale della scuola (1,45 milioni di lavoratori), del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico (517.658) e al personale che lavora, a qualsiasi titolo, nelle strutture sociosanitarie.

Se si considera il personale sanitario, già obbligato al vaccino dal 1° aprile scorso (1,95 milioni di addetti), e il personale delle Rsa, obbligato al vaccino dal 10 ottobre (sono 70mila solo quelli con il contratto Uneba) il numero dei lavoratori italiani obbligati al vaccino supera quota 4 milioni: il 17,4% degli occupati totali.

Peraltro, il nuovo Dl, oltre a includere nell’obbligo vaccinale anche la somministrazione della terza dose, contiene una novità rilevante per il personale sanitario: «Per i professionisti sanitari che si iscrivono per la prima volta agli albi degli Ordini professionali territoriali - si legge nella bozza del testo - l’adempimento dell’obbligo vaccinale è requisito ai fini dell’iscrizione, fino alla scadenza del termine di sei mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021». Stop all’ingresso negli Ordini sanitari, dunque, fino al 15 giugno 2021, per il personale senza vaccino.

Per quanti lavorano già nella sanità, il Dl ribadisce che la vaccinazione «costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative dei soggetti obbligati». I sanitari che non si vaccinano, peraltro, non avranno più la chance di essere adibiti ad altre mansioni, se non in attesa del completamento del ciclo vaccinale.

Per tutti gli altri lavoratori, esclusi dall’obbligo vaccinale, resta il vincolo di esibire il green pass fino al 31 dicembre prossimo.

Gli obblighi vaccinali all’estero

Il graduale peggioramento della situazione sanitaria in Europa sta convincendo i Governi dei principali Paesi del continente a inasprire le misure di prevenzione contro la diffusione del virus: rispetto al monitoraggio effettuato un mese fa dal Sole 24 Ore in collaborazione con Dla Piper (si veda Il Sole 24 Ore del 1° novembre), il quadro attuale rivela che sono state adottate misure progressivamente più restrittive anche all’estero (si vedano le schede a fianco, aggiornate al 25 novembre). I percorsi principali seguiti dai vari Paesi sono due: l’obbligo vaccinale e il green pass.

Per quanto riguarda il primo strumento, la novità di maggiore rilievo al momento interessa l’Austria, che prevede un obbligo di vaccinazione generale a partire dal 1° febbraio 2022, anche se non sono ancora stati determinati aspetti come età minima richiesta e conseguenze nel caso di mancata vaccinazione.

In attesa di questa scadenza, a Vienna è previsto l’obbligo di vaccinazione per ogni nuovo lavoratore assunto presso il servizio sanitario pubblico, incluso il personale amministrativo.

In nessun altro Paese al momento esiste un obbligo generale di vaccinazione, ma ci sono regole per specifiche categorie. In Belgio, le istituzioni stanno valutando di introdurre l’obbligo vaccinale per il personale sanitario, dal 1° gennaio 2022, con la previsione di un periodo di transizione di tre mesi.

In Francia, come in Italia, l’obbligo vaccinale è previsto solo per determinate categorie (personale sanitario, pompieri, esercito), mentre in Germania il ministro della Difesa ha approvato l’inclusione del vaccino anti Covid-19 nell’elenco delle vaccinazioni obbligatorie alle quali deve sottoporsi l’Esercito.

Anche in Gran Bretagna qualcosa si muove, sebbene l’approccio generale di questo Paese resti diffidente verso ogni forma di imposizione: i dipendenti del servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) che lavorano in prima linea dovranno sottoporsi al vaccino a partire da aprile 2022.

L’uso del green pass

Il quadro cambia anche per l’uso del green pass: a Vienna non è più possibile accedere al lavoro dopo essersi sottoposti al test antigenico: è richiesto l’esito negativo di un tampone molecolare che abbia la validità di 24 ore dall’ingresso al lavoro.

In Germania a partire da mercoledì 24 novembre 2021 e fino al 31 marzo 2022 c’è l’obbligo generale per i dipendenti di avere un pass sanitario, indipendentemente dalla professione, quando lavorano in ufficio o in un altro luogo di lavoro con possibilità di contatto fisico con altri individui. I datori sono obbligati a controllare e documentare se i dipendenti che accedono al luogo di lavoro dispongono un pass sanitario valido, su base giornaliera. La Gran Bretagna si conferma, invece, il Paese più refrattario alle restrizioni: salvo rare eccezioni, il green pass non viene richiesto.

Leggi il confronto fra Italia e 5 Paesi europei

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