Rapporti di lavoro

L’esonero contributivo dello 0,8% riduce il prelievo sui redditi bassi

di Enzo De Fusco

L’esonero contributivo dello 0,8%, unito alla revisione della tassazione Irpef, consente di ottenere un vantaggio di 357 euro l’anno per i lavoratori con una retribuzione annua lorda prossima a 20mila euro. Il vantaggio si attesta a 110 euro l’anno per le retribuzioni di 10mila euro e di 35mila euro, laddove si azzera il beneficio contributivo e rimane solo quello fiscale.

È questa la situazione che emerge dalle prime proiezioni effettuate per verificare il vantaggio per i lavoratori derivante dal cumulo degli interventi previsti nella legge di Bilancio 2022 sull’Irpef e sugli oneri contributivi a carico dei lavoratori (nelle proiezioni non si è tenuto conto del bonus di 100 euro per i lavoratori che hanno un reddito superiore a 15mila euro).

Lo sconto contributivo è una disposizione che, in via eccezionale, si applica per i periodi di paga dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 con esclusione per il lavoro domestico. La norma prevede che, per i rapporti di lavoro dipendente, è riconosciuto un esonero sulla quota di contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti a carico del lavoratore di 0,8 punti percentuali, a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile su 13 mensilità, non ecceda l’importo di 2.692 euro, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima.

L’esonero del contributo previdenziale agisce sulla retribuzione lorda del lavoratore e chi nel 2021 ha pagato un contributo del 9,19% nel 2022 paga l’8,39 per cento.

Il contributo trattenuto al lavoratore costituisce un onere deducibile dal reddito dello stesso, con la conseguenza che la trattenuta consente di pagare meno Irpef. La nuova norma, dunque, se da un lato diminuisce una trattenuta al lavoratore (0,8% sulla retribuzione lorda), dall’altro lato produce un incremento dell’imponibile fiscale su cui si paga l’Irpef.

Quindi, per misurare il vantaggio non è sufficiente un mero calcolo della percentuale sulla retribuzione lorda, ma è necessario verificare il beneficio cumulando tutti gli interventi previsti per la riduzione del cuneo fiscale, sia Irpef sia previdenziali, dal momento che essi agiscono su basi imponibili diverse. Infatti, la riforma Irpef consente di ottenere vantaggi fiscali su quasi tutte le classi di reddito, mentre l’esonero contributivo si ferma a una retribuzione lorda annua di 35mila euro. Le novità dovrebbero trovare spazio ragionevolmente dalle prossime buste paga di febbraio o marzo con possibilità di recuperare il pregresso.

L’esonero è stato previsto su base mensile, individuando una soglia retributiva pari a 2.692 euro. Questo significa che, se in un mese il lavoratore percepisce una retribuzione superiore alla soglia anche solo di 1 euro, per quel mese non ha diritto al beneficio. La norma prevede che questa soglia sia parametrata su tredici mensilità e quindi a dicembre la soglia di riferimento è pari al doppio. Tuttavia, i lavoratori che hanno diritto alla quattordicesima mensilità, a giugno non otterranno lo sconto contributivo, visto il quasi sicuro superamento della soglia mensile. Inoltre, non è previsto un sistema di conguaglio a fine anno per lo sconto contributivo. Quindi se un lavoratore, per effetto di straordinari o premi, supera la soglia mensile, perde definitivamente il beneficio di quel mese, anche se a fine anno la sua retribuzione risulterà inferiore a 35mila euro.

Tuttavia, prendendo a riferimento le fasce di retribuzione interessate dal doppio vantaggio, fiscale e previdenziale (vale a dire fino a 35mila euro), emerge che il beneficio maggiore, pari a 357 euro l’anno (circa 30 euro al mese), si registra sulle retribuzioni prossime a 1.500 euro mese (corrispondenti a 20mila euro l’anno).

Superato il limite di retribuzione di 35mila euro, permane solo il vantaggio fiscale e il beneficio più consistente si registra sui redditi vicini a 40mila euro (corrispondente a retribuzione annua lorda di circa 43.500 euro) i quali otterranno un incremento del netto in busta paga di circa 944 euro l’anno. A conti fatti si tratta di un vantaggio netto che è corrispondente a quasi una mensilità.

Il vantaggio in base alla Ral

Il vantaggio in base alla Ral

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