Contrattazione

Formazione certificata leva per la premialità

di Giuseppe Bulgarini d’Elci

In un contesto produttivo profondamente mutato nei due anni di emergenza pandemica, la spinta verso gli investimenti tecnologici e le riorganizzazioni aziendali è divenuta pressante, se non strategica, per la crescita e il rilancio delle imprese.

La formazione gioca in questo contesto un ruolo essenziale, perché è attraverso lo sviluppo e l’accrescimento delle competenze dei lavoratori che le imprese possono realizzare appieno i piani di riconversione industriale e i processi di digitalizzazione degli apparati produttivi. Ne è testimonianza la polverizzazione dei finanziamenti per la formazione dei lavoratori attraverso il Fondo nuove competenze, per accedere al quale sono pervenute istanze superiori alle risorse messe (ripetutamente) a disposizione.

In attesa del preannunciato decreto interministeriale per l’utilizzo dell’ulteriore miliardo destinato a finanziare nuove domande di accesso al Fondo nuove competenze, va segnalato il decreto legge approvato dal Governo il 18 febbraio, di cui si attende la pubblicazione, che allarga il perimetro delle imprese che vi hanno accesso a quelle «che abbiano sottoscritto accordi di sviluppo per progetti di investimento strategico» o che siano ricorse al Fondo per il sostegno alla transizione industriale.

L’utilizzo del Fondo nuove competenze presuppone la sottoscrizione di un accordo collettivo di secondo livello nel quale, a fronte della rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze aziendali, si prevedono dettagliati percorsi di formazione, funzionali all’aggiornamento delle conoscenze dei lavoratori rispetto ai nuovi modelli organizzativi.

Sempre tramite accordo collettivo aziendale, è possibile accedere all’intervento straordinario di integrazione salariale per gestire percorsi di riqualificazione e aggiornamento professionale spinti dai processi di reindustrializzazione e riorganizzazione delle imprese. Si tratta del contratto di espansione, oggi accessibile alle imprese con almeno 50 dipendenti.

Questo contratto combina misure in uscita, in entrata e formative, consentendo lo scivolo pensionistico dei lavoratori più anziani, la loro sostituzione con una quota di nuove assunzioni e l’attivazione di percorsi formativi con utilizzo della Cigs.

L’aspetto formativo si accompagna in entrambi i casi alla certificazione delle competenze maturate dai lavoratori a valle del percorso formativo. Sarebbe, peraltro, riduttivo circoscrivere questo passaggio al solo aspetto condizionale dei finanziamenti, perché la certificazione delle competenze, laddove adeguatamente disciplinata negli accordi aziendali, può essere una leva decisiva per premiare i dipendenti più meritevoli in svariati ambiti: percorsi di carriera, accesso a part time, smart working, retribuzione variabile.

Il premio di risultato è un altro tassello su cui la contrattazione aziendale può imporre un cambio di marcia, perché consente di agganciare la parte variabile della retribuzione al conseguimento di obiettivi di squadra e individuali , tra cui si fa largo un meccanismo premiale legato alla disponibilità dei lavoratori a rendere da remoto un numero minimo di giornate lavorative su base periodica.

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