Rapporti di lavoro

Colf e badanti, entro l’11 aprile un milione di famiglie alla cassa

Scade tra una settimana il versamento dei contributi del primo trimestre 2022. Con il cedolino di marzo si possono versare ai collaboratori gli aumenti retributivi scattati da gennaio

di Ornella Lacqua e Alessandro Rota Porta

Mancano pochi giorni alla scadenza del versamento dei contributi dei lavoratori domestici - colf, badanti e baby sitter - per il primo trimestre 2022, fissata al prossimo 11 aprile. E chi non avesse ancora adeguato la paga ai livelli definiti a livello nazionale per il 2022, può farlo con il cedolino di marzo, corrispondendo gli arretrati per gennaio e febbraio scorsi. I datori di lavoro coinvolti (ovviamente quelli in regola) sono 992mila.

Il versamento

Il versamento dei contributi va eseguito trimestralmente secondo le seguenti scadenze: dal 1° al 10 aprile per il 1° trimestre; dal 1° al 10 luglio per il secondo trimestre; dal 1° al 10 ottobre per il terzo trimestre e dal 1° al 10 gennaio per i pagamenti relativi al quarto e ultimo trimestre. I pagamenti vanno effettuati entro le scadenze tramite gli avvisi di pagamento PagoPa inviati direttamente dall’Inps o tramite specifiche procedure online. Se l’ultimo giorno disponibile per il versamento cade di domenica o durante una festività, il termine è spostato al primo giorno utile (come in questo caso).

In caso di mancato pagamento o di pagamento effettuato in ritardo, vengono applicate le relative sanzioni pecuniarie determinate dall’Inps. Ma se il datore di lavoro si trovasse in presenza di crediti per importi versati in eccesso o per doppi versamenti a favore dello stesso lavoratore, in uno stesso trimestre, avrebbe diritto a chiedere il relativo rimborso.

Come si determina il calcolo

Per determinare l’importo totale dei contributi da versare per ciascun trimestre occorre essere a conoscenza di alcuni valori:

la retribuzione oraria effettiva del lavoratore domestico, data dalla paga oraria e dalla quota di tredicesima;

le ore contributive del trimestre, calcolate considerando la settimana lavorativa da domenica a sabato, spostando quindi al trimestre successivo tutte quelle ore che si trovano a cavallo tra due mesi;

le ore settimanali retribuite: per le settimane con più di 24 ore retribuite, il contributo è fisso, mentre per quelle con 24 ore o meno la contribuzione è individuata da scaglioni stabiliti in base alla paga oraria effettiva. Anche il tipo di contratto influisce sul conteggio dei contributi, perché sono stabiliti importi contributivi diversi a seconda che il rapporto di lavoro sia a termine oppure a tempo indeterminato.

I datori di lavoro che versano regolarmente i contributi all’Inps possono godere di un vantaggio fiscale: i contributi possono infatti essere dedotti dal reddito fino a 1.549,36 euro.

In caso di cessazione del rapporto, il lavoratore domestico ha diritto al versamento dei contributi relativi a ferie non godute e al preavviso, entro i dieci giorni successivi alla cessazione stessa.

La Cassa colf

L’assistenza sanitaria è attiva per tutti i lavoratori domestici tramite la Cassa colf prevista dal Ccnl. L’iscrizione scatta dal primo giorno del trimestre per il quale inizia il versamento dei contributi e non è dovuta alcuna comunicazione all’ente o all’Inps. Il contributo di finanziamento è di 0,02 euro a carico del lavoratore e 0,04 euro a carico del datore, per ogni ora: questi importi si versano trimestralmente insieme ai contributi Inps.

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