Rapporti di lavoro

Irrisolta la gestione dei 200 euro a chi ha cambiato impiego

di Giuseppe Maccarone

Difficile immaginare che si potesse creare così tanta confusione riguardo a una questione molto semplice: erogare 200 euro ai lavoratori a titolo di una tantum. Eppure così è. Si è partiti da una norma che, inspiegabilmente, ha agganciato il pagamento dei 200 euro all’esonero dello 0,80% (articolo 1, comma 121, della legge 234/2021) producendo, in tal modo, una serie di problemi illustrati in più articoli comparsi sulle pagine di questo quotidiano.

La legge ha introdotto un concetto improprio secondo cui avrebbe avuto i 200 euro solo chi risultava beneficiario (vale a dire fruitore) di detto esonero correndo, così, il rischio di penalizzare chi non avesse ricevuto lo 0,80%, pur essendo titolare del diritto.

Poi, si è posto il problema di quando erogare l’una tantum, visto che la legge fa riferimento al mese di luglio, sorvolando sul fatto che esistono aziende che pagano gli stipendi il mese successivo. Sul punto l’Inps, in un primo momento, ha fatto sapere che il mese di erogazione è solo luglio (messaggio 2397/2022). Dopo pochi giorni, ha cambiato idea, affermando che il pagamento può essere fatto, in alcuni specifici casi, anche a giugno (messaggio 2505/2022 ).

Ad alcune delle incongruenze provocate dall’aggancio allo 0,80%, l’istituto ha tentato di porre rimedio in più riprese e così, nel giro di pochi giorni, ha sfornato 3 messaggi, una circolare e un comunicato stampa. Sta di fatto che questo nuovo adempimento è reso oggi ancora più difficile dal dover rivedere le dichiarazioni che sono già state trasmesse, per includervi anche i lavoratori titolari a ricevere lo 0,80% nel periodo 1° maggio-23 giugno, non previsto dalla norma e tirato in ballo dall’interpretazione estensiva contenuta nella circolare 73/2022.

Con quest’ultimo documento (si veda il Sole 24 ore di ieri) l’Inps - di concerto con il ministero del Lavoro - risolve alcune delle perplessità ma altre restano prive di soluzione.

Anzi, a ben vedere, la circolare 73/2022 fa sorgere un altro dubbio. Infatti, l’istituto ha affermato che il periodo di osservazione, per verificare la titolarità del diritto ad avere lo 0,80%, da cui discende anche l’accesso ai 200 euro, fissato dalla legge nel 1° quadrimestre del 2022 è ampliato sino al 23 giugno. È sorprendente che proprio l’Inps, che con la circolare 43/2022, ha regolamentato l’esonero, possa affermare una cosa del genere. Non ha senso fissare un termine al 23 del mese, in quanto lo 0,80% si riconosce ai lavoratori che nell’intero mese hanno un imponibile inferiore a 2.692 euro. L’affermazione dell’Inps dovrebbe intendersi riferita all’intero mese di giugno e non solo a parte di esso. Se così non fosse, il datore di lavoro dovrebbe andare a verificare l’ammontare dell’imponibile previdenziale dei soli giorni che vanno dal 1° al 23 giugno e capire se il lavoratore ha superato o meno i 2.692 euro.

Nonostante i chiarimenti contenuti nella circolare 73/2022, è irrisolta la questione legata agli assunti dal 24 giugno al 31 luglio. In tal caso, infatti, il datore di lavoro corrente deve accertare che il dipendente sia stato titolare del diritto a ricevere lo 0,80 per cento. Non si specifica se e come il lavoratore debba inserire questa informazione nella dichiarazione prevista dalla norma, unitamente alle altre affermazioni (non essere pensionato, non appartenere a un nucleo in cui è presente un percettore del Rdc, aver presentato istanza a un solo datore).

Un’ultima notazione riguardante gli stagionali, i contratti a tempo determinato, gli intermittenti e i lavoratori dello spettacolo. Se tali soggetti sono subordinati in forza a luglio, riceveranno il bonus dal datore di lavoro; unica condizione che siano titolari dello 0,80% nel periodo sopra indicato. Se, al contrario, a luglio non vi è alcun rapporto di lavoro, allora entrano in gioco gli altri requisiti: 50 giornate di lavoro effettivo in cumulo, 50 contributi giornalieri (solo spettacolo) nel 2021 e limite di reddito fissato in 35.000 euro. In tal caso, però, paga l’Inps a domanda.

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