Rapporti di lavoro

Per le nuove professioni urge lo switch digitale

di Camilla Curcio

Digitalizzare le professioni per accelerare la digitalizzazione del l’Italia. È il fulcro del rapporto«I nuovi paradigmi del mondo delle professioni nella transizione digitale», realizzato per Confprofessioni da The European House - Ambrosetti e presentato ieri a Roma, presenti tra gli altri il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, il viceministro per lo Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin e Anna Ascani, sottosegretario per lo Sviluppo economico. Nell’introduzione Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, ha sottolineato il doppio valore del report nel modificare il dna dei professionisti e nel disegnare una roadmap delle prospettive future per l’organizzazione del lavoro, le relazioni coi clienti e il cambiamento del loro ruolo in uno scenario socioeconomico in evoluzione. Elemento ripreso anche da Ascani secondo cui nella necessaria sinergia tra transizione ecologica e digitale imposta dal Pnrr, i professionisti debbano recepire i nuovi strumenti e, contemporaneamente, aiutare le piccole realtà ad approcciarsi in maniera proattiva al tech per incrementare la produttività. Diventando, secondo Fratin, un trait d’union tra persone, imprese e pubblica amministrazione e, nella visione di Colao, un pilastro su cui lavorare per rendere competitivo il Paese. Per il ministro le principali sfide da attendere sono tre: vincere la resistenza degli ordini professionali alla digitalizzazione per aumentare il valore aggiunto e la rapidità dei servizi, focalizzarsi sulla formazione dei giovani, valorizzandone l’expertise maturata in campo informatico e creare connessioni virtuose tra le associazioni e all’interno delle singole categorie, in modo da promuovere anche uno scambio di idee col governo utile a migliorare il sistema.

Propositi condivisi da Stella che, tuttavia, ha tenuto a ribadire la necessità di lavorare a un grande piano che, a differenza del Pnrr, metta al centro i professionisti e non li escluda invece da buona parte delle misure e degli investimenti per la rivoluzione digitale, oggi essenziale anche in termini di sostenibilità ambientale e riduzione delle emissioni di CO2.

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