Rapporti di lavoro

Lega, Iv, Fdi e Fi: prorogare l’avvio del Dlgs Trasparenza

di Giorgio Pogliotti

In vista dell’entrata in vigore dal 13 agosto dei corposi adempimenti burocratici a carico dei datori di lavoro, introdotti dal Dlgs trasparenza del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, anche dai partiti arriva la richiesta di prorogare l’operatività della nuova normativa.

Una lettera è stata inviata dalla sottosegretaria al Lavoro, Tiziana Nisini (Lega) al ministro Orlando, che si è fatta portavoce delle richieste avanzate dai consulenti del lavoro e da associazioni di categoria come Confagricoltura che ieri per voce del presidente Massimiliano Giansanti ha detto che le imprese agricole non sono in condizione di far fronte ai nuovi adempimenti burocratici. «A prescindere dai contenuti introdotti all’interno del decreto che appaiono diversi da quelli della direttiva europea - scrive Nisini - è nostro dovere intervenire nei processi di semplificazione affinché diventino efficaci e non un aggravio per gli addetti ai lavori. Per questo ti chiedo quanto prima di valutare la pubblicazione di una circolare di proroga, ove sia indicato uno spazio temporale diverso rispetto a quello del 13 agosto».

Nisini sottolinea le conseguenze negative che potrebbe produrre questo sovraccarico di adempimenti in materia di informazioni da fornire ai lavoratori all’atto dell’assunzione previsti dal decreto legislativo n.104/2022 (di recepimento della direttiva UE 2019/1152), in materia di “condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili”: «Questi appesantimenti burocratici in vigore a metà agosto, con Caf e patronati chiusi - spiega - rischiano di complicare le assunzioni regolari da parte delle imprese e delle famiglie, favorendo il ricorso al lavoro nero. Non dimentichiamoci che gli adempimenti si applicano anche ai rapporti di lavoro domestico, esponendo le famiglie al rischio di sanzioni o di contenzioso. Si finisce in questo modo per alimentare il sommerso che è già assai diffuso».

Critiche al decreto arrivano anche da FdI, per voce di Gabriella Peluso e Marta Schifone: «In tempi durissimi per le imprese e per le professioni - sostengono -, il ministro Orlando decide di gravarle ulteriormente con l’obbligo imposto con il decreto Trasparenza, di trasporre nei contratti di lavoro l’intero contenuto dei contratti nazionali di riferimento e delle altre normative vigenti, prevedendo anche le conseguenti sanzioni in caso di inadempimento». Per Roberta Toffanin, di Forza italia il Dlgs «stringe in una morsa burocratica i datori di lavoro, disincentiva nuove assunzioni, e alimenta il ricorso al lavoro illegale».

Ma non è solo il centro destra a muoversi. Da Italia Viva, Luigi Marattin osserva che «come sempre occorre buon senso, nonostante ci sia stato il tempo per adeguarsi, far entrare in vigore ulteriori adempimenti a Ferragosto non è il massimo della sensatezza».

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