L'esperto rispondeContrattazione

Contratto a termine dopo l'intermittente

di Alberto Bosco

La domanda

Un'azienda ha alle sue dipendenze un lavoratore con il quale ha avuto un contratto intermittente a tempo determinato rinnovato per 3 volte per una durata complessiva di 15 mesi. Il lavoratore è in procinto di superare il limite delle 400 giornate di chiamata negli ultimi 3 anni, quindi l'azienda decide di stipulare un nuovo contratto a termine con il lavoratore per non incorrere nelle sanzioni previste in caso di superamento. Volevamo sapere se per il conteggio delle proroghe e dei 24 mesi di contratto a termine dobbiamo tenere di conto del periodo nel quale ha avuto un contratto a chiamata o considerare che il periodo dei 24 mesi inizi dalla prima assunzione non a chiamata.

Premesso che 400 giornate di effettivo lavoro in 15 mesi di durata dei tre rapporti vuol dire che il lavoratore è stato occupato con assoluta continuità (cosa che, pur non espressamente vietata mal si presta ai fini del contratto in esame, e che potrebbe essere contestata in sede ispettiva), in caso di nuova assunzione – questa volta con un contratto a tempo determinato – il conteggio riparte da zero, quindi si aprono ulteriori 24 mesi teorici (con la causale se la durata supera i 12 mesi). Una minima regola di prudenza impone il rispetto della pausa intermedia di 20 giorni prima di procedere in tale senso. Le proroghe del contratto intermittente (altro argomento sul quale ci sarebbe da approfondire) nulla c'entrano con le 4 proroghe previste per il contratto a termine, quindi, anche in questo caso, si riparte da zero.

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