Dalle Regioni un aiuto per gli studi
In principio fu la
E arriviamo a oggi quando con un percorso a macchia di leopardo le Regioni si stanno via via allineando alle norme prevedendo l’equiparazione tra imprese e professionisti e talvolta dedicando a questi ultimi bandi ad hoc. Ma molto resta da fare. «Non sembra sia bastato equiparare le libere professioni alle piccole imprese perché l’accesso ai fondi per i professionisti resta ancora un miraggio - dice Confprofessioni, che ha curato la selezione di bandi pubblicati in questa pagina - e non appare sufficiente nemmeno l’impegno delle Regioni consapevoli del ruolo delle libere professioni per l’Europa 2020, come la Toscana, l’Emilia Romagna, la Sicilia, la Sardegna, la Campania, l’Umbria, il Veneto, dove sono stati previsti dei bandi specificamente rivolti alle libere professioni».
E quindi per cogliere le opportunità dei bandi messi in pista dalle Regioni bisogna leggere con attenzione gli avvisi pubblicati: non tutti si rivolgono chiaramente agli studi professionali che però possono essere coinvolti in qualità di imprese, partner di reti di impresa o datori di lavoro per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
«La selezione delle opportunità di finanziamento - spiega Confprofessioni - è stata ottenuta scegliendo gli avvisi finalizzati a sostenere imprenditorialità e occupazione negli studi professionali. Sono bandi direttamente rivolti agli studi professionali come il bando della Regione Toscana o quello del Veneto, oppure indirettamente rivolti ai professionisti come gli altri». Scadenze diversificate: si va dalla fine del 2017 ai primi mesi del 2018 come nel caso dell’Umbria. «L’accento prevalente - prosegue l’associazione - è sull’imprenditorialità, mentre alcuni bandi sono focalizzati sull'occupazione, come nel caso delle Marche o del Lazio».
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