Agevolazioni

Fondo nuove competenze, scende al 75% la copertura dei costi per la formazione

di Giorgio Pogliotti

Retribuzione oraria durante la formazione finanziata dal Fondo nuove competenze per il 70-75% del totale (termina la copertura intera del costo), ma con gli oneri relativi ai contributi previdenziali e assistenziali delle ore destinate alla formazione rimborsati al 100%. Maggiori controlli su qualità ed efficacia dei programmi formativi: l’attività di formazione sarà finanziata dai Fondi paritetici interprofessionali che costituiranno il canale di accesso privilegiato al Fondo nuove competenze. Per i datori di lavoro che ne sono privi, la formazione dovrà essere erogata da enti accreditati a livello nazionale o regionale. Non potrà più essere soggetto erogatore della formazione la medesima impresa che ha presentato istanza di accesso al Fondo.

Sono le principali novità del decreto interministeriale Lavoro-Mef in preparazione - secondo quanto anticipato ieri dal ministro Andrea Orlando alle parti sociali-, che assegnerà 1 miliardo di risorse di React Eu ai datori di lavoro privati per la stipula quest’anno di accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro, per consentire la partecipazione a specifici percorsi di formazione dei lavoratori. Non più, dunque, quei finanziamenti a pioggia che hanno caratterizzato la sperimentazione nel 2021, quando sono andati esauriti ben prima della scadenza di giugno i 730 milioni, tanto che a settembre si è aggiunto 1 miliardo ulteriore.

Tra le novità per il 2022 è previsto un maggiore orientamento della formazione alla creazione di competenze digitali e green, per utilizzare le risorse pubbliche al conseguimento dei risultati attesi del Pnrr. Il ministro Orlando ha anche proposto di introdurre una premialità - con un finanziamento al 100% della quota di retribuzione ridotta per formarsi - alle aziende che stipulano accordi collettivi di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario o nuove modalità organizzative e di partecipazione dei lavoratori nell’impresa.

Proposta criticata dalle associazioni datoriali, che hanno rilevato come nella fase attuale, di difficoltà nel trovare i profili ricercati, la priorità non sia la riduzione dell’orario ma colmare il mismatch di competenze. D’accordo i sindacati: Tania Scacchetti (Cgil) giudica «positiva anche l’apertura di un tavolo tecnico per accompagnare tali modifiche, è mancato nella fase istitutiva generando varie criticità». Giulio Romani (Cisl) «condivide l’approccio di Orlando sulla maggiore selettività del fondo e premialità per accordi su orari». Ivana Veronese (Uil) ha rilanciato la richiesta della «restituzione strutturale dei 120 milioni prelevati ai fondi interprofessionali, chiamati a svolgere un ruolo importante anche in questo campo», e posto il tema di «finalizzare il 50% di fondi al Mezzogiorno in linea con React Eu».

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