Contrattazione

Il welfare cresce nelle Pmi, lo attiva un’azienda su due

di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Il welfare aziendale continua ad espandersi, soprattutto nelle Pmi. E in risposta all’emergenza sanitaria, la quinta edizione del Welfare Index Pmi, promosso da Generali Italia, e presentato ieri a Roma, ha evidenziato un vero e proprio “salto di qualità”. Le imprese attive, vale a dire quelle che hanno attuato iniziative in almeno quattro delle 12 aree “classiche” del welfare aziendale, hanno superato il 50% (è la prima volta che accade), il 78,9% ha confermato i programmi in corso, il 27,7% ne ha introdotti di nuovi o potenziato quelli esistenti. In questi 5 anni le aziende attive sono praticamente raddoppiate, passando dal 25,5% del 2016 al 52,3% nel 2020, anche grazie agli incentivi fiscali introdotti, e rafforzati, dai governi Renzi e Gentiloni (beni e servizi di welfare sono ora esentasse) e alla vitalità delle parti sociali che hanno firmato accordi ad hoc per far decollare lo strumento legato a stretto giro a produttività e benessere delle persone.

Non solo. Le imprese, quest’anno, si sono rivelate “punto di riferimento” per la comunità, specie quelle con alle spalle un “welfare più maturo”. L’80% delle aziende infatti ha fornito materiali e informazioni di tipo sanitario ai lavoratori, il 12% ha attivato canali di supporto e servizi di consulto medico e assistenza sanitaria a distanza. Il 26,4% ha anche attuato iniziative aperte al territorio esterno e di sostegno al sistema sanitario nazionale. Oltre all’area medica, le imprese hanno puntato anche su formazione e misure a sostegno dell’istruzione dei figli, complici le storiche carenze italiane sul fronte education, il blocco della mobilità sociale e le difficoltà dei più giovani nel lavoro.

Il Welfare Index Pmi targato Generali Italia è un ormai diventato un osservatorio privilegiato sul welfare: l’edizione 2020 ha visto più di 6.500 interviste, e sono state monitorate le iniziative delle imprese, di tutti i settori produttivi e classi dimensionali (da 6 fino a mille dipendenti), in 12 aree, dalla previdenza assicurativa alla conciliazione vita-lavoro, dalla formazione alla sicurezza e prevenzione (sono partner del progetto le principali confederazioni, Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio e Confpressioni).

Quest’anno sono state 78 le aziende Welfare Champion premiate, più che triplicate rispetto al 2017. Imprese che hanno messo in campo varie misure, dai tamponi, ai test sierologici, passando per i progetti di formazione a distanza, l’integrazione al 100% del reddito dei dipendenti in cassa integrazione e nuove modalità di lavoro (smart working, incluso).

«La centralità del ruolo dell’impresa è un vero cambiamento culturale accelerato dalla crisi Covid-19 - ha spiegato Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines -. Il welfare aziendale emerge anche come leva fondamentale di una strategia aziendale orientata allo sviluppo sostenibile, poiché esercita un impatto positivo sull’intero ecosistema in cui opera: lavoratori, famiglie, comunità e territorio».

Il welfare aziendale ha ampi margini di crescita: oltre il 70% delle imprese ne è convinto, e afferma che lo strumento «avrà sempre più rilievo». Anche perché, è un’altra novità dell’edizione 2020, il welfare aziendale fa crescere l’impresa in termini di produttività e occupazione. Il nuovo modello di analisi dell’impatto delle azioni di welfare sui bilanci di oltre 3mila Pmi, realizzato in collaborazione con Cerved, ha dimostrato che negli ultimi due anni le aziende più attive hanno un tasso di produttività che aumenta del 6% nel biennio, triplo rispetto alla media delle pmi, pari a 2,1%. Anche l’occupazione cresce nelle imprese più attive quasi del doppio: attestandosi all’11,5% rispetto alla media del 7,5%.

Secondo gli ultimi dati diffusi a metà settembre dal ministero del Lavoro sono circa 2,4 milioni i lavoratori beneficiari di una misura di welfare, per un importo medio intorno ai 1.500 euro.

«Il welfare aziendale funziona, e abbiamo fatto bene a rilanciarlo - ha chiosato Marco Leonardi, consigliere economico del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri -. Resta ora da migliorare la partecipazione di parti sociali e lavoratori».

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