Contrattazione

Somministrazione, al Sud quote rosa all’11%

di Giorgio Pogliotti

L’occupazione in somministrazione si concentra al Nord che rappresenta circa il 70% del totale nazionale. In particolare le lavoratrici delle Agenzie per il lavoro nelle regioni settentrionali raggiungono il 73,1%, rispetto al 15,8% di occupate nel Centro e all’11,1% nel Mezzogiorno. Come è noto si tratta di rapporti di lavoro con gli stessi diritti, le tutele e la retribuzione del lavoro dipendente; il gap territoriale è un riflesso del prevalere nelle aree più povere del Paese di contratti flessibili che offrono minori garanzie alle lavoratrici, e dell’ampio ricorso al lavoro nero.

È il quadro che emerge dal report promosso dalla commissione Pari opportunità Ebitemp sulla “somministrazione di lavoro in una prospettiva di genere” presentato al Cnel, che evidenzia come 189mila donne nel 2018 hanno lavorato con un contratto di lavoro in somministrazione su un totale di circa 486mila lavoratori (38,8%). La quota di lavoratrici in somministrazione è diminuita costantemente negli anni successivi alla recessione economica del 2009.

L’andamento è in controtendenza rispetto al trend complessivo del mercato del lavoro, dove la quota di occupazione femminile è cresciuta rispetto al periodo pre-crisi: la quota di lavoratrici è salita dal 51,1% di dicembre 2008 al 56,7% di dicembre 2019, mentre tra gli uomini nello stesso arco temporale la quota di occupati è scesa dal 69,7% al 68%. Nel periodo 2008-2013 l’incidenza dell’occupazione in somministrazione femminile era superiore a quella maschile. Ma nel 2018 le donne in somministrazione incidevano per l’1,9% sul complesso dell’occupazione femminile (contro il 2,2% degli uomini). E nel primo trimestre 2019 si è registrata una riduzione del peso della somministrazione sull’occupazione complessiva, che è passata all’1,7% per le donne e all’1,9% per gli uomini.

A questo proposito va ricordato l’impatto del decreto dignità che ha reso più difficile e costoso il ricorso alla somministrazione e ai rapporti di lavoro a termine: nei primi 3 trimestri del 2019 l’occupazione nelle Agenzie per il lavoro si è ridotta del 6% rispetto al 2018. Va detto anche che nel corso del 2019 è cresciuta la quota di occupati in somministrazione a tempo indeterminato. Fatto 100 il numero delle lavoratrici in somministrazione, nel 2018-2019 la percentuale di occupate a tempo indeterminato rappresenta il 10% contro l’11,1% dei colleghi maschi (erano, rispettivamente, il 5,9% e il 7,9% nel 2016-2017).

La ricerca di Ebitemp mette in luce anche che tra le donne incidono di più i rapporti di lavoro brevi; in media hanno lavorato 45,4 giornate per trimestre nel periodo 2008-2018 (48,7 per gli uomini), con un maggior turn over rispetto ai colleghi maschi. I livelli di occupazione femminile in somministrazione mostrano poi una minore variabilità rispetto al ciclo economico, in confronto ai colleghi maschi. Su queste tendenze incide la diversa distribuzione settoriale che per le donne è più orientata al terziario. L’occupazione maschile in somministrazione si concentra nell’industria (è il 63,6%). Mentre la presenza femminile in somministrazione supera l’87% nell’alberghiero, l’86% nei servizi sociali (istruzione, sanità), sfiora il 70% nella PA. Una maggiore presenza delle donne si registra nelle professioni tecniche, in quelle esecutive di ufficio (oltre il 50%) e nelle professioni qualificate del commercio e dei servizi(69%).

Inoltre circa il 34% delle donne in somministrazione sono occupate a tempo parziale (contro il 12% dei colleghi maschi) che «rappresenta un modo per conciliare professione e attività di cura», ma secondo il report «occorre domandarsi se il part time costituisca una vera scelta o una scelta obbligata». Anche nel lavoro in somministrazione la retribuzione delle donne è inferiore a quella degli uomini: il gap medio è del 16%, nel tempo pieno la differenza si riduce al - 7%, e tocca il -12% nel tempo parziale.

Il report si sofferma sul welfare di settore erogato dall’Ente bilaterale nazionale per il lavoro temporaneo che finanzia contributi per asili nido, sostegno alla maternità, tutela sanitaria, indennità infortuni, prestiti personali, agevolazioni alla mobilità. Nel 2018 sono giunte a Ebitemp circa 30mila richieste di prestazioni di welfare (+ 30% sul 2017). Oltre 16mila richieste provengono dalle lavoratrici: escludendo le prestazioni ad hoc (sostegno maternità, contributo per l’asilo nido), la componente femminile prevale nelle richieste di contributi per la retta universitaria, per il trasporto extraurbano e per la tutela sanitaria. È un segno di come stanno cambiando le priorità delle lavoratrici.

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