Contrattazione

Meccanici, riparte il negoziato sul contratto

di Giorgio Pogliotti

Dopo la rottura al tavolo sul rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici 2020-2022, riparte il negoziato con la convocazione di Fiom, Fim e Uilm il 26 novembre in Confindustria da parte di Federmecanica e Assistal. Che, in una lettera inviata dai due presidenti, rispettivamente Alberto Dal Poz e Angelo Carlini, preannunciano la presentazione di «una proposta organica» con l’obiettivo di «giungere in tempi rapidi alla conclusione di un contratto che sia sostenibile, calato nella realtà e in continuità con il rinnovamento avviato nel 2016». Fim, Fiom e Uilm chiedono un incremento dell’8% dei minimi contrattuali, pari a circa 156 euro di aumento mediano, lamentando il fatto che sono inferiori rispetto a quelli di tante altre categorie. Ma all’ultimo incontro, concluso con l’annuncio dello sciopero del 5 novembre, Federmeccanica e Assistal si son dette disponibili a confermare la rivalutazione dei minimi contrattuali in base all’Ipca a consuntivo, secondo il meccanismo del Ccnl 2016, con incrementi nell’ordine di 40 euro.

«In una fase di profonda recessione – scrivono Dal Poz e Carlini nella lettera - di perdite a doppia cifra dei volumi di attività produttiva, avremmo potuto rimandare la discussione del Contratto, ne avremmo avute tutte le ragioni». Il settore ha subìto il lockdown più di tanti altri comparti avendo dovuto sospendere la produzione per quasi due mesi in circa il 90% delle aziende. I settori dei costruttori di impianti, dei servizi di efficienza energetica e del facility management pur rientrando nella prima parte della pandemia tra i codici Ateco ritenuti indispensabili, registrano cali dei fatturati tra il 20% e il 40%. Federmeccanica e Assistal fanno sapere che non intendono tirarsi indietro, ritenendo «doveroso fare dei concreti passi in avanti ed un vero e proprio salto di qualità» al tavolo contrattuale.

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