Previdenza

Fondo unico di previdenza complementare per le coop

di Giorgio Pogliotti

Dalla fusione di tre fondi previdenziali (Cooperlavoro, Previcooper e Filcoop), è nato Previdenza cooperativa, il fondo unico di previdenza complementare per i lavoratori delle cooperative italiane. Quinto per iscritti (112mila) ottavo per patrimonio (1,9 miliardi di euro di attivo), il fondo sarà aperto a tutti i settori ed imprese cooperative e farà riferimento ai contratti nazionali di lavoro sottoscritti da Confcooperative, Legacoop e Agci con Cgil, Cisl e Uil.

La fusione è stata annunciata ieri, al termine delle tre assemblee dei delegati che hanno approvato il progetto, lo statuto e il regolamento elettorale del nuovo fondo. Ora verrà comunicata alla Covip per le necessarie autorizzazioni. La previsione è che attraverso le economie di scala si avrà una diminuzione tra il 5% e il 10% delle principali voci di costi gestionali, per effetto della razionalizzazione dei servizi e della rinegoziazione con i fornitori e i gestori finanziari.

Tra circa tre mesi, una volta ottenute le autorizzazioni per operare, gli iscritti a Cooperlavoro, Previcooper, e Filcoop saranno automaticamente iscritti di Previdenza cooperativa, mantenendo senza alcun onere l’anzianità di iscrizione maturata nel fondo d’origine, i requisiti di partecipazione, le posizioni individuali accumulate e il medesimo comparto di investimento. Il nuovo Cda transitorio porterà a fine anno all’elezione dei nuovi organi statutari di Previdenza cooperativa.

«Il fondo unico è uno strumento prezioso a disposizione dei lavoratori delle cooperative a cui vogliamo garantire, attraverso il secondo pilastro previdenziale, un futuro con maggiori sicurezze», commenta Maurizio Gardini (Confcooperative). Mauro Lusetti (Legacoop) sottolinea che «parte di queste risorse potranno essere investite nell’economia reale». Per Brenno Begani (Agci) «serve una diffusione in tutti i settori cooperativi».

Guardando ai numeri, Cooperlavoro associa oltre 72mila lavoratori occupati in tutti settori produttivi, 30mila sono quelli associati a Previcooper riservato ai lavoratori delle aziende che applicano il Ccnl della distribuzione cooperativa, mentre a Filcoop sono associati oltre 9mila addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale ed idraulico-agraria, delle cooperative di trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici.

Quanto all’andamento dei tre fondi, nonostante la crisi negli ultimi 10 anni hanno registrato una «sostanziale tenuta» degli associati. Previcooper, Cooperlavoro e Filcoop hanno avuto un incremento dei loro patrimoni pari a oltre il 520% nel periodo 2007-2017, sul piano gestionale tra il 2006 e il 2016 i comparti bilanciato di Cooperlavoro e Previcooper (rappresentano 2/3 delle risorse patrimoniali dei tre fondi) registrano un rendimento medio annuo composto del +4,2% che - spiega un comunicato - si colloca «ai vertici dei rendimenti dei comparti obbligazionari misti».

Per il presidente del fondo, Stefano Dall’Ara, si «rafforza ulteriormente la validità ed il ruolo dei fondi pensione negoziali». Sulla stessa linea Domenico Proietti (Uil): «I fondi pensione negoziali sono uno dei frutti migliori delle relazioni industriali degli ultimi 20 anni ed hanno dato ottima prova di solidità e di sana gestione».

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