Previdenza

Accordo per Bekaert, al via cassa integrazione per cessazione

di Cristina Casadei

Nessuno dei 318 lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno (Firenze) verrà licenziato. Il sito rimarrà operativo fino a fine anno e da gennaio arriveranno gli ammortizzatori sociali per tutti, dopo che il Governo nei giorni scorsi ha reintrodotto la cassa integrazione per cessazione. La multinazionale belga che, nel sito toscano, produce e distribuisce rinforzi in acciaio per pneumatici, questa notte ha siglato con i sindacati e le parti sociali, al Mise, il primo accordo dopo la reintroduzione dell’ammortizzatore sociale. Bekaert, a giugno, aveva annunciato la chiusura del sito produttivo toscano e il trasferimento della produzione fuori dall’Italia, con la conseguente apertura di una procedura di licenziamento collettivo. Oggi, il ministro Luigi Di Maio, sottolinea che «al problema delle delocalizzazioni abbiamo posto rimedio con il Decreto Dignità, pu

nendo quei prenditori che scappano all’estero dove possono sfruttare i lavoratori dopo aver preso soldi pubblici dallo Stato». Quanto al Jobs Act, aggiunge il ministro, «lo stiamo smantellando pezzo dopo pezzo».

La cassa integrazione farà da cuscinetto ammortizzatore in vista del piano sociale che si regge sulle politiche attive e peserà per diversi milioni sulle casse Bekaert. La multinazionale lo ha studiato insieme ad un advisor specializzato, Sernet, il cui compito sarà quello di ricercare e selezionare uno o più soggetti aziendali, a livello sia nazionale che internazionale, che possano subentrare a condizioni incentivate negli impianti dismessi con un piano industriale solido, tempistiche accettabili e assorbendo tutti i lavoratori o una parte. Il sito potrebbe essere ceduto a più soggetti reindustrializzatori, valutati dall’advisor in base alla solidità del piano industriale e ai lavoratori riassorbiti. La scontistica sarà di 40mila euro per ogni lavoratore. Nel caso di aziende terze del territorio l’incentivo per la riassunzione sarà invece di 10mila euro a cui va aggiunto il pacchetto di politiche attive messo in piedi con il contributo della Regione Toscana che insieme ai sindacati (Fiom, Fim e Uilm), al Mise, alla Confindustria e alle istituzioni locali sono i pilastri su cui si regge l’accordo. Per tutti i lavoratori sono comunque previsti incentivi all’uscita che potranno arrivare fino a un massimo di 24 mesi.

«Siamo soddisfatti che l’impegno di azienda, sindacato e istituzioni abbia permesso di individuare una soluzione condivisa» dice l’ad di Bekaert Italia, Roberto Secchi. Il governatore toscano, Enrico Rossi, spiega che adesso l’obiettivo è «il pieno utilizzo del grande stabilimento». Soddisfatti i sindacati. Per Maurizio Landini della Cgil che ha fatto molta pressione sul Governo per la revisione del Jobs act e la reintroduzione della cassa per cessazione «la lotta paga, sempre». Marco Bentivogli della Fim parla di «risultato importante che chiarisce definitivamente che la reintroduzione della Cigs per cessazione di attività, a fronte di piani di reindustrializzazione, è uno strumento importante per difendere il lavoro». Per Ferdinando Uiliano della Uilm «queste iniziative di reindustrializzazione non impoveriscono il territorio ma lo valorizzano».

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