Previdenza

Superate le 200mila domande di Quota 100

di Davide Colombo

Le domande di pensionamento anticipato con Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) hanno superato la soglia delle 200mila unità. Secondo gli ultimi dati dell’Inps aggiornati all’11 novembre, le domande arrivate all’Istituto sono infatti 201.022. Gli uomini prevalgono in modo significativo, con oltre 148.000 richieste, a fronte delle 52.000 delle donne. I lavoratori dipendenti sono circa 1.600 e i pubblici oltre 61.500.

Se si guarda all’anagrafe, solo 80mila domande arrivano da lavoratori con un’età inferiore a 63 anni, mentre addirittura 36.306 richiesta di anticipo sono arrivate da persone con 65 anni compiuti (la loro è come minimo Quota 103).

A fine ottobre le domande accolte per questo canale di anticipo erano appena superiori a 132mila, di cui 36mila provenivano dal settore pubblico. La minore spesa per le pensioni anticipate previste da questa sperimentazione triennale e per il Reddito di cittadinanza è stata stimata dal governo per circa 1,5 miliardi quest’anno e per ulteriori 300 milioni sul 2020 (un dato quest’ultimo, molto cautelativo).

Secondo le stime di Cgil saranno poco più di 341mila le persone che usciranno in anticipo dal mercato del lavoro con Quota 100, e le donne saranno meno di 100mila. La nuova simulazione sulla platea coinvolta dalla misura è contenuta nell’analisi realizzata da Cgil e Inca, “Disuguaglianze di genere nel sistema previdenziale”, in cui si sottolinea come Quota 100 «non è affatto una risposta al femminile». Tra le donne, il sindacato stima che nei tre anni oltre 43.500 usciranno con Quota 100 nel settore privato e più di 56.200 nel settore pubblico.

Rispetto alla stima del Def che indicava 973mila uscite nel triennio, l’analisi della Cgil torna ad evidenziare una differenza nella platea degli effettivi beneficiari di Quota 100 inferiore di oltre 631 mila uscite.

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