Previdenza

Un errore blocca i 600 euro di aprile e maggio

di N.T.

I professionisti iscritti alle Casse di previdenza privatizzate rischiano di non poter ricevere l'indennità di 600 euro relativa ad aprile maggio per la quale il decreto legge rilancio ha messo a disposizione 650 milioni di euro. Motivo del diniego, lo stesso decreto legge.

La denuncia arriva dall'Adepp, l'associazione delle Casse di previdenza dei professionisti. «Da un lato il Governo ha rifinanziato gli indennizzi statali per i mesi di aprile e di maggio – spiega il presidente Alberto Oliveti – dall'altro un codicillo, che speriamo sia frutto di un errore materiale, ha stabilito che chi ha preso i 600 euro a marzo, non potrà ottenerli nei mesi a venire. Confidiamo che si tratti di un errore materiale e a questo proposito abbiamo chiesto chiarimenti ai ministeri e un'eventuale correzione».

Il problema nasce da due articoli del Dl 34, il 78 e l'86. Mentre l'articolo 78 rifinanzia il Fondo per il reddito di ultima istanza portandolo a 1 miliardo e 150 milioni, così da consentire il versamento dei 600 euro – che a marzo hanno impiegato 283 milioni per i professionisti scritti alle Casse – anche per aprile e maggio, l'articolo 86 introduce un divieto di cumulo tra l'indennizzo già erogato (articolo 44 del Dl 18/2020) e quello da erogare nei prossimi mesi. Questa contraddizione tra le due norme fa sperare in un errore non intenzionale che sarà presto corretto.

Inoltre le Casse di previdenza segnalano un altro problema che ancora non ha trovato una soluzione. Per aiutare i propri iscritti a uscire dalle difficoltà causate dal Covid-19 molte di esse stanno mettendo in campo importanti risorse. Questi aiuti erogati agli iscritti per sopperire alle mancanze del Governo vengono tassati. Adepp vorrebbe che l'esenzione fiscale applicata ai 600 euro statali sia riconosciuta ai sussidi autonomi e aggiuntivi delle Casse. In attesa di una decisione, l'associazione proporrà interpello all'agenzia delle Entrate.

Il problema rilevato dai professionisti delle Casse si propone in modo analogo per altre quattro categorie di lavoratori: stagionali non del turismo e delle terme; intermittenti; venditori porta a porta; collaboratori occasionali.

Costoro, infatti, per effetto del decreto interministeriale del 4 maggio, dovrebbero ricevere 600 euro di indennità per il mese di marzo tramite il Fondo per il reddito di ultima istanza (articolo 44 del Dl 18/2020), potenziato appositamente. Tuttavia, sempre l'articolo 86 del Dl rilancio, stabilisce la non cumulabilità tra l'indennità del Fondo per il reddito di ultima istanza e quelle dell'articolo 84 dello stesso Dl rilancio.

Quest'ultimo, tra le tante, regola le indennità da 600 euro per aprile e maggio a questi lavoratori, che quindi non hanno ancora ricevuto il primo bonifico (perché i soldi necessari sono stati messi nel fondo a fine aprile e ancora si attendono le istruzioni dell'Inps per la domanda) e ora si trovano un divieto di cumulabilità dei due aiuti.

Per quanto riguarda altre categorie, invece, ieri Inps ha annunciato di aver effettuato già 1,4milioni di pagamenti per il mese di aprile, altri 400mila saranno effettuati oggi e ulteriori 2 milioni il 25 maggio. Per chi ha scelto il pagamento in contanti, le operazioni saranno effettuate tra il 26 e il 28 maggio.

Quanto ai lavoratori autonomi dello spettacolo, il decreto rilancio Italia ha previsto l'ampliamento della platea dei beneficiari dell'indennità a tutti coloro che nel 2019 hanno avuto almeno 7 giornate assicurate e un reddito inferiore a 35.000 euro e ha introdotto, oltre alla seconda rata (aprile), anche una terza rata di pari importo (600 euro) per il mese di maggio.

Il decreto legge ha stabilito che il diritto alla seconda e terza dell'indennità sia subordinato alla verifica dell'assenza di un rapporto di lavoro subordinato o di un trattamento pensionistico al 19 maggio scorso. Pertanto, l'Inps dovrà effettuare i controlli anche per le domande pervenute ad aprile e, successivamente, potrà disporre i relativi pagamenti della seconda e terza rata.

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