Previdenza

Inail, il lockdown frena le denunce di infortuni

di N.T.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all'Inail tra gennaio e luglio 2020 sono state 288.873, il 23,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e di queste 716 hanno avuto esito mortale (+19,5%). Le patologie di origine professionale denunciate sono state 25.205, anche queste in calo del 34,5 per cento.

I dati, provvisori, sono stati comunicati ieri dall'Istituto e sono stati influenzati dall'emergenza Covid-19. Come sottolinea lo stesso Inail in una nota, il confronto tra i primi sette mesi del 2020 e del 2019 è da ritenersi poco significativo, essenzialmente per due motivi: la sospensione su tutto il territorio nazionale, tra il 9 marzo e parte del mese di maggio di quest'anno, di ogni attività produttiva considerata non necessaria, che si sta rivelando determinante per il calo delle denunce d'infortunio in complesso, e l'inclusione, a partire dalla rilevazione dello scorso marzo, delle denunce di infortunio relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell'ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell'attività lavorativa e in itinere, alle quali sono dedicati specifici comunicati, che sta avendo un impatto significativo nell'aumento dei decessi registrati in questa prima parte dell'anno, i cui effetti si potranno però valutare solo a consolidamento nei prossimi mesi.

Denunce di infortunio
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all'Inail entro lo scorso mese di luglio sono state 288.873, in diminuzione di circa 90mila casi rispetto alle 378.671 dei primi sette mesi del 2019 (-23,7%). Si tratta di una diminuzione influenzata dal sostenuto calo delle denunce registrate tra marzo e luglio, con 86mila casi in meno rispetto al periodo marzo-luglio 2019 (-31,6%), a causa soprattutto dello stop forzato tra marzo e maggio di ogni attività produttiva considerata non essenziale per il contenimento dell'epidemia da nuovo Coronavirus e delle difficoltà incontrate dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown. Il calo maggiore si è registrato nel mese di maggio, con denunce praticamente dimezzate rispetto allo stesso mese del 2019. Seguono aprile e giugno con una riduzione di oltre un terzo nel confronto con l'anno precedente e, infine, marzo e luglio, con cali al di sotto del 20 per cento. I mesi di gennaio e febbraio di quest'anno, non coinvolti pienamente dalla pandemia, hanno registrato decrementi inferiori al 4 per cento.I dati rilevati al 31 luglio di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 321.675 a 255.669 (-20,5%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il luogo di lavoro, che hanno fatto registrare un calo del 41,7%, da 56.996 a 33.204. Escludendo, nel confronto tra i due anni, i mesi di gennaio e febbraio le diminuzioni sono molto più marcate, pari rispettivamente al -27,4% e al - 56,1 per cento.

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nei primi sette mesi del 2020 è diminuito del 15,1% nella gestione Industria e servizi (dai 293.709 casi del 2019 ai 249.499 del 2020), del 21,9% in Agricoltura (da 18.946 a 14.797) e del 62,8% nel conto Stato (da 66.016 a 24.577). Tra i settori economici della gestione Industria e servizi, il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale” si distingue per il forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +143% nei primi sette mesi (da 16mila a 38mila casi), con punte di quasi il +500% nel bimestre marzo-aprile 2020/2019. Nei mesi di giugno e luglio si è assistito, invece, a un'inversione di tendenza con decrementi pari rispettivamente al -8% e al -16%. Nel 2020, inoltre, tre denunce su quattro del settore hanno riguardato il contagio da Covid-19. La flessione che emerge dal confronto dei primi sette mesi del 2019 e del 2020 è legata soprattutto alla componente maschile, che registra un calo del 28,8% (da 243.512 a 173.283 denunce), mentre per quella femminile si attesta al -14,5% (da 135.159 a 115.590). Nei mesi di marzo-luglio, in particolare, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente le denunce si sono ridotte del 39% per i lavoratori e del 18% per le lavoratrici. Tra gennaio e luglio la diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-24,6%), sia quelli comunitari (-15,8%) ed extracomunitari (-20,0%), con cali percentuali più sostenuti se limitati al confronto del periodo marzo-luglio. Dall'analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce, ma più contenute per i lavoratori tra i 45-64 anni.

Infortuni mortali
Le denunce d’infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 716: 117 casi in più rispetto ai 599 registrati nello stesso periodo del 2019 (+19,5%), con un incremento influenzato dal numero dei decessi avvenuti e protocollati al 31 luglio 2020 a causa dell'infezione da Covid-19 in ambito lavorativo. A livello nazionale rispetto ai primi sette mesi dell'anno scorso si registra una riduzione solo degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 167 a 113 (-32,3%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 432 a 603 (+39,6%). L'incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 512 a 630 denunce) e il conto Stato (da 9 a 31), mentre l'Agricoltura ha registrato 23 casi in meno (da 78 a 55).

Malattie professionali
Le denunce di malattia professionale nei primi sette mesi del 2020 sono state 25.205, 13.296 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-34,5%). Anche in questo caso a influenzare la flessione è il numero delle denunce presentate tra marzo e luglio 2020, in riduzione del 49% rispetto allo stesso periodo del 2019, con un picco del -87% registrato nel mese di aprile. Nei primi sette mesi del 2020 si sono rilevate diminuzioni delle denunce nell'Industria e servizi (-32,6%, da 30.648 a 20.643 casi), in Agricoltura (-42,4%, da 7.453 a 4.291) e nel conto Stato (-32,3%, da 400 a 271). Dall'analisi territoriale dei dati emergono cali delle patologie denunciate in tutte le aree del Paese: -45,4% nel Nord-Ovest, -37,0% nel Nord-Est, -29,7% al Centro, -37,5% al Sud e -26,2% nelle Isole.

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